Giovanardi rinviato a giudizio. L’ex senatore annuncia battaglia: “Processo assurdo, le prove sono illegittime”

17 Nov 2020 18:54 - di Davide Ventola
Giovanardi

Carlo Giovanardi andrà a giudizio immediato il 17 dicembre, il gip del Tribunale di Modena ha accolto la richiesta della Procura che ha ereditato l’inchiesta dalla Direzione distrettuale antimafia. Secondo la Procura di Modena, che ha ereditato l’inchiesta dalla Direzione antimafia, Giovanardi avrebbe in particolare aiutato la Bianchini Costruzioni a rientrare nella “white list” provinciale, dopo che un’interdittiva antimafia del prefetto aveva escluso la ditta dagli appalti pubblici dei lavori per la ricostruzione post sisma in Emilia.

Quali sono le accuse contro Giovanardi

L’ex ministro dovrà rispondere alle accuse di minacce a corpo politico, amministrativo e giudiziario, rivelazione di segreti d’ufficio e minacce e oltraggio a pubblico ufficiale.
Nel maggio 2017 Giovanardi ha ricevuto un avviso di garanzia. L’accusa è di aver minacciato due ufficiali dei Carabinieri in divisa. Gesticolando e parlando forte in un pubblico esercizio. Minacciato un Corpo politico amministrativo (la Prefettura di Modena). Inoltre, avrebbe violato segreti della stessa relativamente alle istruttorie amministrative. Indagini relative ad interdittive antimafia che colpivano imprenditori del territorio.

Ma l‘ex ministro non ci sta e controbatte. “Il Gip – spiega all’agenzia Dire Giovanardi – si rivolse alla Corte costituzionale sostenendo che poteva utilizzare liberamente le intercettazioni captate sul mio telefonino. Tuttavia, la Corte gli ha dato torto sentenziando che le intercettazioni che si ritengono indispensabili vanno richieste alla Camera di appartenenza. In caso contrario distrutte. Non tanto per tutelare Giovanardi, ma il ruolo del Parlamento”. La Giunta per le autorizzazioni del Senato, “ha poi discusso il caso che e’ stato trasmesso all’aula per la decisione definitiva”.

Il provvedimento del Tribunale di Modena

Nel frattempo, ricorda l’ex parlamentare, “sono stato convocato dai pm del Tribunale di Modena. A loro è stata trasferita l’inchiesta dopo che è stata tolta l’aggravante mafiosa. Ai magistrati ho fatto presente che il Senato deve ancora decidere. Che sono tenuti ad inviare la richiesta di utilizzazione di intercettazioni carpite da privati. Infine ho consegnato loro il promemoria, a suo tempo presentato in Giunta, dove ricordo le decine di interpellanze, interventi in aula e nelle commissioni Giustizia e Antimafia sul tema interdittive. Molte delle quali riguardavano proprio imprese del mio territorio di elezione”. Nonostante tutto questo, afferma Giovanardi, “mi ritrovo adesso rinviato a giudizio, senza il vaglio dell’udienza davanti al Gup, senza attendere la decisione del Senato e con l’intenzione di utilizzare le intercettazioni carpite fraudolentemente”.

Tuttavia, “visto che nessuno mi contesta aver ricavato utilita’ economiche o di altro genere dalla mia attivita’, ne’ di aver mai avuto frequentazioni con i 13.000 cutresi residenti tra Reggio Emilia e Modena, sotto attacco c’e’ in realta’ la mia attivita’ di contestazione, in Parlamento e sul territorio, di interdittive macroscopicamente infondate, in tantissimi casi poi corrette con una tardiva iscrizione in white list, non sufficiente purtroppo per salvare le aziende dal fallimento”.

Giovanardi ringrazia quindi la presidente del Senato per aver trasmesso nuovamente gli atti alla giunta per le autorizzazioni di Palazzo Madama “dove chiedero’ di essere nuovamente udito per sollecitare la necessita’ di inviare la questione alla corte Costituzionale per conflitto di Attribuzioni, in difesa della liberta’ del Parlamento”.

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