Covid e raffreddore, l’immunologa Viola: avuto di recente riduce la gravità dei sintomi del virus

13 Nov 2020 16:39 - di Lara Rastellino
Covid e raffreddore

Covid e raffreddore: un binomio che torna al centro di un importante “studio in pubblicazione”. L’immunologa dell’università di Padova, Antonella Viola, segnala dunque un’importante novità. Un’analisi incentrata sul raffronto tra il Sars-CoV-2 con i 4 coronavirus che causano raffreddori stagionali, rivelerebbe che «un raffreddore recente può ridurre la gravità dei sintomi». Poi però l’esperta aggiunge anche: «Non sappiamo però quanto può durare questa sorta di “protezione”». A corroborare il risultato dell’analisi in oggetto, anche un riscontro effettuato sui bambini. Da cui la Viola sottolinea che: «Forse anche per questo i bimbi sono meno a rischio d’infezione».

Covid e raffreddore, l’ultima scoperta

Ma andiamo con ordine. L’immunologa dell’università di Padova, Antonella Viola, segnalando i risultati di “uno studio in pubblicazione” che ha analizzato il ruolo dell’esposizione ad altri coronavirus (i 4 coronavirus che causano raffreddori stagionali) sull’infezione da Sars-CoV-2, rivela: «Aver avuto di recente un raffreddore non mette al riparo dal Covid-19. Ma attenua la sintomatologia». Quindi se ci si contagia, il virus può manifestarsi come sappiamo, ma «il rischio di sviluppare la malattia in forma severa è minore» sottolinea l’esperta che anche via social illustra lo studio e lo spiega nel dettaglio.

Lo studio sul raffronto tra Sars-CoV-2 con i 4 coronavirus che causano raffreddori stagionali

«Questo – sottolinea la scienziata su Facebook – potrebbe dipendere dalla stimolazione del sistema immunitario e dalla generazione di cellule (linfociti) della memoria, in grado di attivarsi poi rapidamente quando, dopo aver affrontato un coronavirus stagionale, dovessero incontrare il Sars-Cov-2. E poiché i bambini sono i più esposti ai raffreddori stagionali – aggiunge quindi l’immunologa – potrebbe anche fornire una plausibile spiegazione al fatto che Covid-19 si manifesti in forma lieve nella popolazione pediatrica». La domanda sorge spontanea: quanto durerebbe questa protezione? La risposta, al momento, non c’è. La Viola infatti rileva: «Purtroppo, questo ancora non si sa».

 

 

 

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