«Burioni non perde occasione per tacere, chiudete il suo profilo Twitter»: il Codacons all’attacco

12 Nov 2020 8:26 - di Edoardo Valci

La misura è colma. «Bisogna chiudere il profilo Twitter di Roberto Burioni». A chiederlo è il Codacons. La stangata arriva dopo «l’ennesima inutile polemica sollevata dal virologo in tema Covid». Una polemica che «ha acceso lo scontro con il gruppo ospedaliero San Donato e l’università Vita-Salute San Raffaele. Ancora una volta Burioni non ha perso l’occasione per tacere e accendere tensioni». Eppure, stiamo «in un momento delicatissimo per la sanità italiana e per il paese».  Mentre i pronto soccorso delle città italiane sono al collasso, afferma il Codacons, «il virologo diffonde messaggi del tutto sbagliati». Messaggi «che vengono sconfessati dallo stesso gruppo per cui lavora Burioni».

Il Codacons: «Burioni alimenta gli scontri»

«Riteniamo pertanto», prosegue il movimento dei consumatori, «che il profilo Twitter del virologo debba essere chiuso, per non alimentare scontri». Infatti siamo «in un momento in cui la sanità e gli ospedali versano in grave difficoltà». In un contesto del genere «i suoi interventi potrebbero non apparire al di sopra di ogni sospetto, considerate le accuse mosse da più parti circa i possibili conflitti di interesse in tema Covid del virologo e i suoi rapporti poco trasparenti con alcune società farmaceutiche», conclude il Codacons.

Un’altra puntata dello scontro con il San Raffaele

Intanto lo scontro tra il virologo e il San Raffaele sembrava concluso. Invece un nuovo tweet di Burioni l’ha riacceso con un’altra sortita, stavolta ironica. Ha infatti condiviso un articolo in cui ci si interroga del perché di quella risposta da parte del San Raffaele dato che il suo Pronto Soccorso è affollato con oltre il 60% di pazienti in codice giallo e codice rosso. Il virologo ha scritto ironicamente «Attacchi di panico». Giorni fa aveva fatto un affondo. «Asintomatico significa senza sintomi, il che in numerose condizioni cliniche non significa per niente non essere malati. I tumori – anche i più mortali – nelle fasi iniziali non danno sintomi. Lo stesso vale per l’Aids per molti anni».

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