Bertolaso abbatte Arcuri: «Vive con un altro fuso orario. La colpa è di chi l’ha messo sulla poltrona»
Una macchina organizzativa che è “al collasso” e che deve essere “resettata”. Guido Bertolaso sostiene la necessità di un lockdown per un mese che, secondo lui, oltre che a far rallentare i contagi da coronavirus, servirebbe anche a rimettere un po’ a posto la gestione dell’emergenza. “Ci siamo fatti travolgere da virus. Gli italiani sono profondamente delusi dalle istituzioni”, ha sottolineato l’ex capo della Protezione civile, per il quale il commissario Domenico Arcuri “vive con un altro fuso orario”.
Bertolaso: “La macchina organizzativa è al collasso”
“Nella prima ondata siamo stati tempestivi, nella seconda hanno dormito. Dobbiamo subito fermarci per un mese. La situazione purtroppo è destinata a peggiorare”, ha detto Bertolaso in un’intervista a La Verità, precisando che “bisogna chiudere il Paese per rallentare i contagi”. “Ma poi però – ha proseguito – dobbiamo approfittarne per resettare la macchina organizzativa. È al collasso. Non voglio più vedere le file delle ambulanze che intasano i pronto soccorso perché manca ancora il filtro della medicina territoriale“.
“Ci siamo fatti travolgere dal virus”
“Gli italiani – ha sottolineato quindi l’ex capo della Protezione Civile – sono profondamente delusi dalle istituzioni. Ci siamo fatti travolgere di nuovo dal virus. Soltanto adesso, ma in fretta e furia, stanno allestendo i Covid Hospital. Inserire reparti Covid negli ospedali significa paralizzarli, facendo danni enormi per le altre patologie”.
“Arcuri vive in un altro fuso orario”
Quanto all’ospedale alla Fiera di Milano, definito “una cattedrale nel deserto”, ha confermato che alcuni governatori, anche di sinistra, adesso vorrebbero replicarlo nei loto territori. Inoltre, Bertolaso resta critico nei confronti della gestione dell’emergenza corona virus da parte del commissario Arcuri. “Anche con le 5mila terapie intensive promesse – ha chiarito l’ex capo della Protezione civile – non risolveremo il problema. Manca il personale e nessuno né lo ha assunto e né lo ha formato. E anche i 300mila tamponi al giorno promessi, andavano fatti a maggio. Il commissario straordinario vive in un altro fuso orario. Ma il problema non è lui ma chi lo ha messo su quella poltrona“.
Il lockdown? “Serve un patto garantito da Mattarella”
“Se oggi mi chiedessero di avere un ruolo per l’emergenza Covid accetterei. È un mestiere che conosco bene. Ma a quel punto nessuno potrebbe chiedermi di candidarmi a sindaco di Roma”, ha quindi affermato Bertolaso, per il quale per il lockdown, “serve una persona come Mattarella che ne spieghi la necessità e che proponga un patto per un mese soltanto: chiudiamo ora per aprire il primo dicembre, per le attività prenatalizie”. “Può ancora funzionare”, ha concluso.