Attentato di Vienna, anche Berlino avvertì l’Austria del pericolo: terremoto nell’intelligence
Hanno un’età compresa fra i 16 e i 24 anni gli otto uomini fermati in relazione all’attentato di Vienna di lunedì, per i quali il tribunale della città ha confermato gli arresti. “Vi sono forti sospetti che abbiano contribuito ai reati di omicidio, oltre che di organizzazione terrorista e criminale, sostenendo l’assassino prima dell’attacco”, ha detto una portavoce della Procura.
Gli arresti per l’attentato di Vienna
Il tribunale, ha spiegato ancora la portavoce, ha confermato l’arresto per evitare il rischio di fuga, distruzione delle prove e perpetrazione di nuovi reati. L’autore dell’attacco, Kujtim Fejzulai, invece, è stato ucciso dalla polizia la sera stessa della strage, nella quale ha assassinato 4 persone e provocato una ventina di feriti, alcuni dei quali gravi. I sospettati arrestati in Austria dal giorno dell’attacco sono stati 15.
Il blitz della polizia in Germania
E un’operazioni delle forze di sicurezza in relazione all’attacco di Vienna è stata compiuta anche in Germania. La polizia tedesca ha perquisito uffici e abitazioni di quattro persone in Bassa Sassonia, Assia e Schleswig-Holstein sulla base di informazioni ricevute dall’Austria, secondo quanto reso noto dalla Bka, l’ufficio federale della polizia criminale tedesca. I quattro non sono sospettati di aver avuto un ruolo nell’attacco, ma di avere legami con l’attentatore.
A luglio la segnalazione di Berlino
La polizia era a conoscenza almeno dall’estate dei rapporti tra l’attentatore di Vienna e radicalizzati tedeschi. Infatti a luglio, su richiesta di Berlino, la polizia austriaca aveva monitorato un incontro tra Fejzulai e i suoi sodali oltre confine. Il futuro attentatore era a luglio in libertà provvisoria dopo una condanna per aver tentato di raggiungere lo Stato Islamico in Siria. Ma la segnalazione tedesca non sembra aver preoccupato le autorità austriache.
L’alert della Slovacchia
A confermare l’alert di Berlino è stato il capo della polizia viennese, Gerhard Puerstl, annunciando le dimissioni del capo dei servizi d’intelligence della polizia. La notizia, del resto, si aggiunge a quella degli avvertimenti della polizia slovacca sul tentativo di Fejzulai di comprare munizioni nel loro paese, che pure non sono serviti a evitare la strage di lunedì. Intanto l’Austria tenta di correre ai ripari e i ministri dell’Interno e dell’Integrazione hanno ordinato la chiusura delle “moschee radicali”.