Rifuta di sposare un marocchino irregolare: ragazza di Alassio mandata in overdose per punizione
La cittadinanza italiana non ha prezzo per alcuni criminali stranieri. La prova arriva da Alassio, dove alcuni immigrati hanno provato a costringere una giovane italiana a sposare un marocchino irregolare. La ragazza si rifiutata e, quindi, per punirla, i criminali hanno tentato di ucciderla con una overdose di eroina.
È accaduto ad Alassio, dove i carabinieri hanno arrestato 7 persone. L’accusa, a vario titolo, è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, spaccio di sostanze stupefacenti, tentata estorsione e violenza privata.
Il matrimonio per regolarizzare l’immigrato
A dare il via all’indagine, un finto matrimonio che si sarebbe dovuto celebrare nel marzo scorso tra la ragazza italiana ed un cittadino marocchino irregolare che voleva regolarizzare la sua posizione giuridica sul territorio italiano. L’immigrato avrebbe pagato 5 mila euro di cui 2 mila versati come anticipo. Un accordo fallito a causa dello scoppio della pandemia e di altre criticità emerse nelle trattative tra gli “sposi”.
Alassio, dietro il finto matrimonio spaccio e prostituzione minorile
Dietro il finto matrimonio al centro delle indagini, la compagnia dei carabinieri di Alassio ha scoperchiato un verminaio allucinante. L’inchiesta ha infatti portato all’arresto di 7 perseone (6 in carcere e uno ai domiciliari). Gli arresti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Savona Fiorenza Giorgi.
Ecco, quanto emerso finora, alla vigilia della conferenza stampa che fornirà ulteriori dettagli, Due donne italiane con gravi problemi economici legati alla tossicodipendenza, si erano rese disponibili previa un compenso pattuito, per dare la possibilità ad un cittadino marocchino di ottenere il permesso di soggiorno.
Una delle due si sarebbe sposata e l’altra avrebbe fatto da testimone e si sarebbero messe d’accordo con la sorella e il cognato del promesso sposo. Però il piano criminale è fallito. Infatti, il matrimonio che si sarebbe dovuto celebrare a marzo è saltato, a causa del Coronavirus e per le norme che in quel periodo vietavano di effettuare cerimonie.
Successivamente sono nati una serie di problemi legati alla cessione di sostanze stupefacenti e alla prostituzione minorile.