Rampelli incontra i familiari dei pescatori sequestrati in Libia (video)

28 Ott 2020 16:12 - di Redazione

Noi ci mettiamo la faccia. Il governo è asserragliato nel palazzo. Con una lunga diretta Facebook Fabio Rampelli racconta la sua mattinata densa di incontri di piazza. “Per ascoltare e parlare con i lavoratori, le Partite Iva, gli autonomi. Quel mondo produttivo fatto di piccoli imprenditori devastati dai provvedimenti del governo Conte”. Il vicepresidente della Camera, “armato” di megafono, è sceso nella tana del lupo. Ha ascoltato la delegazione di piccoli imprenditori arrivata in piazza Montecitorio per protestare contro le ultime misure anticovid.

Rampelli in piazza con le Partite Iva

Sono furiosi con il governo. Si sentono abbandonati. “Noi non siamo né di destra né di sinistra”, dice un signore. “Non ce ne frega un tubo della politica, vogliamo risposte. Perché stiamo indebitando anche i nostri figli”. “Se state all’opposizione – dice una signora bionda – dovete stare in piazza con noi”.

Rampelli non si sottrae. “Noi siamo qui, io sono con voi. C’è un presidio fisso di Fratelli d’Italia a piazza Capranica. Continuiamo come sempre ad ascoltare le categorie. A portare la vostra voce nel palazzo. Non possiamo fare altro che prendere le vostre richieste e trasformarle in proposte di leggi, emendamenti. Ma siamo all’opposizione, non possiamo trasformare le proposte in atti di governo“.

L’incontro con i parenti dei pescatori sequestrati in Libia

Sempre in mattinata l’incontro con i familiari dei pescatori italiani di Mazara del Vallo, da 58 giorni sequestrati in Libia. Mogli e parenti sono  in presidio permanente davanti alla Camera dei deputati. Giorno e notte. Per accendere i riflettori sulla vicenda. Per chiedere la liberazione. “Riportate a casa in nostri amici, padri, figli, mariti, uomini di mare, pescatori italiani. Conte, Di Maio non lasciateci soli”.  E’ lo striscione che le famiglie dei pescatori di Mazara in mano ai libici hanno issato di fronte a Montecitorio. Finora non sono riuscite a incontrare il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. E se non otterranno udienza sono pronti a iniziare lo sciopero della fame.

“Ho avuto l’onore di parlare con i familiari dei pescatori da 58 giorni arrestati in Libia”, racconta Rampelli. “Rinnovo qui l’impegno di spronare il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a incontrarli e dar loro le risposte che meritano. Il silenzio non è più accettabile”.

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