Pd senza pace, Marcucci: «Calenda torna con noi». La replica: «Non ci penso proprio»
Da un lato lo stallo del governo, ormai immobile su tutti i dossier diversi dall’emergenza Covid. Dall’altro i tormenti dei Cinquestelle, sempre più stretti tra l’impulso che li sospinge a tornare alle origini e le necessità imposta dalla realpolitik. In mezzo il Pd. In teoria, il partito di Zingaretti è uscito mezzo vincitore dalle elezioni regionali di due settimane fa. In pratica, però, soffre delle crisi altrui e della lampante mancanza di un exit strategy che lo porti in sicurezza nel caso di naufragio dell’esecutivo. Il Conte-bis è un cantiere bloccato. Dalla legge elettorale al Mes, passando per Alitalia e i progetti richiesti dalla Ue per i Recovery Fund, tutto è oggetto di rinvii, veti incrociati e subordinate.
L’appello lanciato anche a Renzi e a Bersani
Un contesto del tutto sconfortante. Che però spiega bene l’appello ai “fratelli separati” lanciato dal capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci. «A me è piaciuto molto Bonaccini – ha detto ospite di Un giorno da Pecora – quando ha detto che farebbe rientrare Renzi e Bersani nel partito». Anche i sassi sanno che i due ex-segretari citati forse neanche si salutano più. Ma a Marcucci interessa far riprendere quota alla «vocazione maggioritaria» del Pd teorizzata da Walter Veltroni quando guidava il partito. «Credo che il vecchio progetto rivisto e corretto possa riattualizzarsi», argomenta. Come tutto questo possa conciliarsi con la legge elettorale proporzionale pretesa da Zingaretti resta un mistero.
Il leader di Azione: «Il Pd non è più riformista»
Per Marcucci, però, è solo un trascurabile dettaglio. Tanto che nella foto di famiglia intruppa pure Carlo Calenda. «Se smettesse di essere così polemico per motivi di visibilità e ricominciasse a collaborare con noi – ha aggiunto – sicuramente il Paese ne avrebbe giovamento». La replica del leader di Azione si materializza a stretto giro di posta via tweet. «Non sono polemico con il Pd per ragioni personali, ma politiche . Credo che non ci sia più traccia in voi di riformismo. E di rientrare non ci penso proprio». Una replica netta che costringe Marcucci a derubricare il suo appello a mero «auspicio». A conferma che partito mezzo vincitore è in realtà il più ammaccato di tutti.