Mes, l’ennesima supercazzola del Conte: «Non ha condizionalità, ma non mi entusiasma»

31 Ott 2020 15:18 - di Redazione
Conte

Il governo è indeciso a tutto. E la vicenda Mes – il prestito Ue di 36 miliardi da destinare a spese sanitarie – lo dimostra meglio di ogni altro. Il Pd lo reclama, il M5S non ne vuol sentir parlare. In mezzo Conte, che vorrebbe ma non può proprio per l’ostilità dei Cinquestelle. E questo spiega perché il premier debba ricorrere a vere e proprio acrobazie logico-linguistiche quando è chiamato a spiegare la propria posizione. È accaduto in queste stesse ora al Festival dell’ottimismo del Foglio. «Il Mes – ha risposto Conte al direttore Claudio Cerasa – è all’interno di una nuova linea di credito che non ci ha mai entusiasmato».

Conte rinuncia a 36 miliardi per paura del M5S

Chi ci capisce è bravo. Tanto più che poco prima, sempre dal palco del Festival, il premier aveva riconosciuto che «al momento nel Mes non ci sono condizionalità». Quindi, ha aggiunto, «è corretta la valutazione di Gentiloni». Riepilogando: il governo sta rinunciando ad un prestito di 36 miliardi a tassi stracciati, disponibili subito ed impiegabili tutti nella sanità, e senza neanche spiegarne i motivi. Finora Conte, per compiacere i Cinquestelle, aveva sostenuto la tesi che quei soldi fossero una sorta di polpetta avvelenata dalla Ue allo scopo di costringere l’Italia ad adottare politiche più severe nel campo del welfare e della previdenza sociale. Oggi però il premier ha dato ragione a Gentiloni: il Mes non ha condizionalità diverse dal vincolo di destinazione.

Più Europa: «Basta propaganda. Si prendano quei soldi»

Allora perché rifiuta di prenderli nonostante l’epidemia, una rete ospedaliera in affanno e la carenza di medici e infermieri? Può uscirsene Conte dicendo che la linea di credito del Mes non lo ha «mai entusiasmato»? E da quando i prestiti dovrebbero entusiasmare? Interrogativi senza risposte che fanno del Mes un vulcano che può mettere a dura prova la maggioranza di Conte. «Non c’e’ tempo per altra propaganda», ha infatti avvertito via tweet Benedetto Della Vedova a nome di Più Europa. «E – ha aggiunto – chiedano il Mes perché nei prossimi mesi avremo bisogno di quelle risorse per non trovarci di nuovo impreparati come ora».

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