Medici sportivi contro governo e Cts: “Nessun dato scientifico giustifica lo stop allo sport giovanile»
Anche i medici sportivi si schierano contro l’ultimo Dpcm, accusando governo e Cts di “ignoranza” sul mondo dello sport. «È assolutamente non condivisibile e addirittura assurdo che l’Italia, su indicazione di parte del CTS, probabilmente non conoscendo l’organizzazione sportiva, sia salita sul podio dell’assurdo per aver bloccato esclusivamente tutta l’attività giovanile nello sport. Scuola e Sport giovanile devono essere allineati! Abbiamo inventato il lockdown dello sport giovanile!». Così il presidente della Federazione medico sportiva italiana, Maurizio Casasco, in una nota.
Il presidente dei Medici sportivi: “Dateci un solo dato scientifico che giustifichi la decisione”
«Non esiste un dato epidemiologico, non esiste un dato scientifico, non esiste alcuna logica per fermare i giovani sportivi e permetterlo agli adulti; semmai per paradosso poteva essere l’inverso», aggiunge il numero uno della Fmsi. Per Casasco, «i mondo giovanile sportivo è infatti essenzialmente provinciale ma le regole richiedono una corretta interpretazione “dell’interesse regionale” che ci si augura possono essere presto fatte».
Una nota Oms ricorda che senza sport, i giovani rischiano di più
«Esiste, invece– ricorda la nota Fmsi – una dichiarazione del Direttore Generale dell’OMS Ghebreyeesus per “le preoccupazioni per l’impatto della pandemia su adolescenti e giovani. Nonché per gli effetti indiretti quali depressioni ed ansia maggiori dello stesso virus”. Aumenterà l’obesità infantile. Già l’Italia al secondo posto in Europa. E cresceranno le patologie correlate. Quindi, lasceremo i giovani ai giochi elettronici o liberi in strada e nei parchi anziché in strutture che seguono i protocolli condivisi».
Medici contro medici: sport contro consulenti del governo
«Bene le piscine ed il nuoto sempre che rispettino i protocolli: sanificazione e percentuale corretta di cloro/metri cubi d’acqua. Bene il Presidente Conte sulle verifiche delle palestre, in particolar modo dove non si svolge lo Sport organizzato, che già di per se richiede i protocolli, e che spaziano da quelle che hanno investito in piani di sicurezza, sanificazione e distanziamento, da quelle in strutture non idonee. Sempre attenzione agli spogliatoi! Le strutture ed i centri dove si pratica attività sportiva devono essere chiusi se non rispettano le norme sanitarie. Ma chi segue i protocolli e segue con attenzione la salute di atleti e praticanti deve essere rispettato», conclude Casasco.