Galli: «Al Sacco di Milano 19 intubati su 300 ricoverati e i letti Covid sono già tutti pieni»

29 Ott 2020 9:25 - di Massimo Baiocchi
Galli

Lancia un ulteriore allarme, l’infettivologo Massimo Galli. Descrive un quadro che peggiora di giorno in giorno. «Autorizzato dalla direzione sanitaria, dico semplicemente che a ieri sera» all’ospedale Sacco di Milano «avevamo 19 pazienti intubati, 47 persone in Cpap su 300 ricoverati. Ed eravamo già arrivati ad aver riempito tutto quello che avevamo ulteriormente aperto. L’ospedale a oggi ha attivato oltre 300 letti per il ricovero Covid. Abbiamo già riconvertito di tutto e di più. L’ortopedia non è più un’ortopedia, ma è un reparto Covid per capirci». Il primario parla nel corso della trasmissione Agorà su Rai 3.

Galli, il Sacco e le “narrazioni giornalistiche”

«Abbiamo già riconvertito tutto quello che si poteva riconvertire.30 letti al giorno, per arrivare all’attuale situazione. E probabilmente non basterà», avverte il primario. Poi si scaglia contro narrazioni giornalistiche a suo avviso non veritiere. «Qualcuno che si candida a premio Pulitzer trova vuoto il pronto soccorso di un ospedale. Neanche domanda se per caso non era stato chiuso per eccesso di arrivi di malati. Ma succede questo nel Belpaese».

«La situazione si è fatta molto pesante»

«Mi riferisco», precisa Massimo Galli, «al mio ospedale. La situazione è decisamente pesante. Anche per sostenere gli sforzi di tutti i collaboratori, dico che stiamo tenendo duro. E anche parecchio. Ma più di tanto non puoi tirare la corda, perché rischia di spezzarsi». Eppure, ripete, «determinati giornalisti fanno disinformaziome». Questo, «pur di sottolineare in senso diminutivo le realtà per interessi che lascio chiaramente interpretare a chi vuole interpretarli».

Galli e la curva dell’andamento Covid

La lettura dei dati è complessa. «Da una parte la curva», che segna l’andamento di Covid-19 in Italia, «sale secondo le previsioni. Dall’altra probabilmente, ma devo verificarlo, forse oltre le previsioni. E questo è estremamente allarmante». L’infettivologo aggiunge: «Ed è lì da vedere anche la situazione degli ospedali».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *