Ott 17 2020

Annalisa @ 14:39

E’ morto Nando Corona: militante negli anni difficili, editore, custode della cultura non conforme

Ormai tornava nella sua Teramo poche volte l’anno. Della sua regione amava sia il mare che il Gran Sasso, scenari consoni alla sua sensibilità pensosa e solitaria. Aveva avuto un ictus molto grave  poco prima dell’epidemia di Covid, per cui forse non è stato possibile curarlo, soprattutto in fase di riabilitazione, come si sarebbe dovuto. Gli amici e i parenti pensavano che avrebbe potuto riprendersi. Purtroppo alle prime luci di venerdì, 16 ottobre, Fernando (Nando) Corona ha lasciato questa vita a 68 anni.

Aveva salvato dal fallimento la casa editrice Vallecchi

Da tempo viveva a Firenze, dove nel 1999 aveva acquistato la storica casa editrice Vallecchi, salvandola dal fallimento. Rimasto molto legato a Teramo, grazie all’amicizia con Gigi Ponziani, qualche anno fa donò alla biblioteca provinciale Melchiorre Dèlfico quattordici pregevoli volumi, tra i quali la rara cinquecentina BibliaBibliorum, una Bibbia latina stampata a Lugduni (l’odierna Lione), nel 1541, dal tipografo-editore Jean Marechal. Tra l’altro, nel corso degli anni, Corona aveva messo su un’importante collezione personale di arte del Novecento, tra cui alcuni dipinti dadaisti di Julius Evola e opere dei futuristi.

Era stato a capo del FdG di Teramo

Da ragazzo, nei primi anni Settanta, Nando – proveniente dalla Giovane Italia – era stato segretario teramano del Fronte della Gioventù. Fu anche componente della direzione regionale del Msi e del comitato centrale del partito dal 1977 al 1981. In quegli anni  il “Fronte”  di Teramo era conosciuto da tutti quelli della comunità missina non solo abruzzese. Lui poi era anche il dirigente del Fuan nell’ateneo teramano. Ed era di casa non solo in Abruzzo e nella vicina Ascoli, ma anche spesso a Roma, a Milano e a Firenze. 

Un uomo capace di dialogare con tutti

Ha scritto di lui a caldo Leo Nodari, un ex militante della sua stessa regione: “Famoso per il suo impegno e per le sue oratorie lunghissime, colorate da espressioni popolari, elegante quando serviva, colto, con la sua inconfondibile carica satirica, anche quelli che erano dalla parte opposta rispetto alla sua, lo rispettavano e alla fine gli volevano bene. Questo è forse il più grande mistero della sua personalità. Che non era aggressiva, o faziosa, al contrario, dialogava con tutti, cercava di convincere e se non era convinto lui di qualcosa, chiedeva di convincerlo”. 

Protagonista del Terzo Campo Hobbit

Nel 1980 sarà tra i protagonisti del terzo Campo Hobbit che si svolse nella sua regione, l’Abruzzo, a Castel Camponeschi. Poi nel 1981, dopo l’espulsione del “suo” leader, Marco Tarchi, anche Corona con tutto un gruppo di dirigenti lasciò il Msi e il FdG. Ma non per questo si ritirò a vita privata. Scelse la metapolitica, seguendo convegni e l’editoria che allora si autodefiniva alternativa. E intanto si butta a capofitto nel lavoro, diventando agente della Treccani e girando l’Italia per questa professione.

Buttafuoco: era il Cyrano di Bergerac di tutti i librai

Come ha scritto Pietrangelo Buttafuoco: “Forgiatosi all’ombra dell’Enciclopedia Treccani, pazzo d’amore al punto di prendersi in carico il catalogo Vallecchi. La sigla che è vanto del Novecento d’Italia tutto di filosofia, letteratura e spirito critico deve a lui il ritorno in vetrina e sempre lui – Cyrano di Bergerac di tutti i librai qual è – ci lascia l’eredità di una passione sofisticata e difficile, le edizioni di pregio il cui marchio è blasone: Firenze 1903”. Con Vallecchi pubblicò, subito, L’invenzione del Novecento di Giampiero Mughini, la storia della casa editrice, oltre a Fascisti immaginari, il bestseller di tutto il suo catalogo, e inoltre testi di Marinetti, d’Annunzio, Malaparte, Prezzolini, Franco Cardini, Alain de Benoist, Tarchi, Buttafuoco, Veneziani…

Tarchi: ha servito con impegno la causa della cultura non conformista

Da qualche anno, collaborava fattivamente con le fiorentine Edizioni La Roccia di Erec. Tra l’altro, sino all’insorgere della sua malattia, il confezionamento di ogni numero di Diorama e Trasgressioni veniva preparato nel suo ufficio. Ha commentato lo stesso Tarchi: “Da editore, Corona, ha servito con impegno la causa della cultura non conformista: la sua morte è una perdita enorme per tutti coloro che lo hanno conosciuto”.