Covid, Rampelli: “Gli italiani sono indignati. Conte deve spiegare cos’ha fatto in questi mesi”

27 Ott 2020 17:23 - di Redazione
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“Conte dovrebbe spiegare cos’ha fatto in questi mesi”. A ribadirlo è stato il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, ricordando che “aldilà della buona volontà che tutti i partiti, compresi quelli di opposizione, hanno messo per rispondere alla prima aggressione virale di marzo, nei mesi successivi non è stato fatto quello che bisognava fare“.

Rampelli: “Conte spieghi cos’ha fatto in questi mesi”

“Fino ad ora l’unica cosa che ho ascoltato in tutta Italia diffusamente è una voce di indignazione nei confronti del governo, perché nessuno ha capito queste misure e nessuno le condivide”, ha proseguito l’esponente di FdI, ospite della trasmissione L’Italia s’è desta, su Radio Cusano Campus.  “Ritengo che queste misure non ci salvino né dalla pandemia; né dalla necessità di assistere i malati, perché siamo senza posti letti e terapie intensive; né salvano l’economia. Chiudere i ristoranti alle 18 – ha sottolineato Rampelli – non ha senso. Significa che te la vuoi prendere con un segmento sociale e produttivo ben preciso. Oppure che ti serve qualcuno da sacrificare sull’altare di una presunta efficienza per dire che stai facendo qualcosa, anziché intervenire su quello che non hai fatto”.

“Un lockdown nazionale sarebbe devastante”

Quanto all’ipotesi di un lockdown nazionale, Rampelli ha spiegato di augurarsi che “non si stiano facendo le prove generali per questo, perché sarebbe devastante“. “La situazione sarà molto dura, soprattutto per chi non ha garanzie. Bisognerebbe dare un riconoscimento – ha proseguito – anche a chi non accede alla cassa integrazione, incentivando le aziende virtuose e coraggiose che provano a non chiudere”.

Il governo “colpevolizza interi segmenti produttivi e sociali”

Invece, “vengono colpevolizzate le partite Iva, gli autonomi, i piccoli commercianti, le palestre, i circuiti culturali. Forse perché – ha detto il vicepresidente della Camera – dal punto di vista numerico non cubano un numero di elettori sufficiente per poter impensierire chi comanda. Di fronte a quello che lo Stato non riesce a fare sui mezzi di trasporti pubblico, il governo se la va a prendere con coloro che hanno messo in campo tutte le norme sanitarie necessarie. Questo – ha concluso Rampelli – non è accettabile”.

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