Covid, Ilaria Capua: «Mi becco gli insulti solo perché ho capito che cosa sarebbe successo»

13 Ott 2020 10:20 - di Roberto Mariotti
Ilaria Capua

«In questo periodo sto prendendo molti insulti. Ne ho presi molti molti per il libro Ti conosco mascherina. Mi hanno scritto che voglio indottrinare i bambini». Ilaria Capua, direttore dell’UF One Health Center, risponde alle domande di Un giorno da pecora. «Io sono orgogliosamente veterinario. Cosa c’entra un veterinario con il covid? I veterinari studiano le malattie prima che diventino pandemiche. Ci sono molti veterinari che dirigono centri sulle malattie emergenti a livello internazionale».

Ilaria Capua: bisogna trovare una convergenza

«È un altro aspetto della stessa medaglia. Bisogna conoscere il virus prima che diventi pandemico per fare qualcosa. Qui non si tratta di dire tu non parlare, veterinario. Si tratta di trovare una convergenza tra quello che so io e quello che vedono gli altri medici. I veterinari li studiano i virus e ne studiano molti più di quelli che studiano i medici».

«Le cose si stanno evolvendo in modo naturale»

«In tv appaio rassicurante perché sono abbastanza “tranquilla”», afferma Ilaria Capua. «Le cose si stanno evolvendo come era naturale che fosse. Per tanti anni ho studiato il fenomeno delle emergenze pandemiche, quindi ho capito quasi subito cosa sarebbe successo. Mi presero per matta quando dissi a gennaio-febbraio che bisognava cominciare a pensare al telelavoro».

In tanti si sono spaventati

«Ho abbastanza chiaro quello che sta succedendo, come dinamica del fenomeno. So che se non facciamo stupidaggini teniamo sotto controllo questo virus. L’Italia ha preso una sberla fortissima all’inizio dell’anno. Ci sono tante persone che si sono spaventate e usciranno poco durante l’inverno. C’è una circolazione vivace in alcune fasce di popolazione, è normale. Bisognerebbe evitare la circolazione massiccia del virus in alcuni ambiti», aggiunge.

Ilaria Capua e l’importanza di andare a scuola

«Mia figlia va a scuola. È una crudeltà tenere dentro casa un’adolescente. Io vado al campus una volta a settimana, per il resto insegno da remoto. La mia vita sociale è ridotta a vedere una coppia di amici il fine settimana: due loro, due noi in terrazzo», spiega. «Io ho rinunciato al contatto giornaliero con il mio gruppo di lavoro. Un conto è interagire sul posto e un conto è comunicare a distanza. Non è facile tenere lo spirito alto, i ragazzi che stanno facendo il dottorato di ricerca o il master. Si sentono quasi espulsi dalla loro orbita».

Commenti

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  • Adelio Bevagna 13 Ottobre 2020

    Viene insultata perché non è succube ma pensa con la propria testa.