Cittadini trasformati in “sceriffi”: calci e pugni a un ragazzo senza mascherina. A cosa riducono gli italiani
Venezia: una mascherina non indossata e si finisce in ospedale. A cosa hanno ridotto gli italiani. Ci mancavano pure gli “sceriffi” del Dcpm Conte. I provvedimenti a cui ha messo mano il governo si fanno nefasti per la tenuta sociale del Paese. Una segnalazione proveniente da Venezia letta sul sito on line del Gazzettino ci racconta di un nervosismo violento diffuso; di una carica di aggressività nelle persone, frastornate e impaurite dal grande ritorno dei contagi. Una follia latente si sta insinuando nelle persone più aggressive: una follia alla quale hanno fornito ulteriore linfa le parole sconsiderate pronunciate dal ministro Speranza in Tv da Fabio Fazio. Inutile girarci intorno. Gli psicologi già dai tempi del primo lockdown avevano messo in guardi dall’uso incauto di parole e atteggiamenti. Ora la situazione rischia di degenerare.
Dcpm, “sceriffo” a Venezia
Nella città lagunare un trentenne si trovava in compagnia di un’amica. Non indossava la mascherina. Una leggerezza. Questo ha fornito l’alibi a un altro passante di richiamarlo all’ordine. Tutto ok, capita spesso nel quotidiano di tutti noi di dover riprendere molte persone per lo stesso motivo. Il trentenne non è rimasto in silenzio e ha invitato l’uomo a farsi i fatti suoi. Lo ha anche mandato a quel paese. Ognuno risponde della propria maleducazione. Poteva finire con un diverbio come molte volte accade. Invece la reazione ha indispettito talmente l’uomo, che si è quindi scagliato contro il ragazzo sferrandogli tre pugni sul volto. I passanti hanno chiesto l’intervento dei carabinieri. Il ragazzo senza mascherina è stato soccorso e trasportato in ospedale con una ferita allo zigomo. Nessun’altra conseguenza per lui. Dopo poche ore ha potuto far ritorno alla sua abitazione con qualche giorno di prognosi. E’ un segnale che però deve far riflettere.
Molti si credono “collaborazionisti” di uno Stato di polizia
Le paure sollecitate e il clima da stato di polizia sulle “segnalazioni” evocate dal ministro della Salute nell’ormai citatissima intervista di Fabio Fazio hanno di fatto “sdoganato” alcuni comportamenti violenti. E molte frustrazioni. Nonostante il premier e il Capo dello Stato si siano irritati e molto della inopportunità di tali parole, bisogna prendere atto che quelle parole stanno infliggendo un duro colpo al senso di solidarietà e all’equilibrio delle persone. Il potenziale untore è da redarguire nei casi più tranquilli; da segnalare e da aggredire se si tratta di persone che si sono messe in testa di essere i “collaborazionisti” di un sistema di polizia.
Potenziale Far West
Molti italiani non aspettavano altro e a sentir parlare di controlli più stringenti e di “segnalazioni”, molti si sentono in diritto di diventare il braccio armato del Dpcm e di intervenire in prima persona per il rispetto delle norme. In nome di una buona causa pensano di poter mettere le mani addosso a chiunque, magari a uno strafottente, sì. Ma la cosa non giustifica la giustizia fai da te. Anche di questo potenziale Far West dobbiamo ringraziare un governo che non è credibile nelle parole, nei fatti, nei controlli. Ha ragione Giorgia Meloni che a compendio della situazione globale ha gridato alla Camera: “Mi vergogno di vedere un’Italia ridotta così”.