Cauda, infettivologo del Gemelli: «I contagi stanno crescendo in fretta, situazione molto delicata»

8 Ott 2020 19:26 - di Redazione

Guardia alta. Non sottovalutare il trend crescente dei contagi da coronavirus testimoniato dai bollettini quotidiani della Protezione civile. Parola di Roberto Cauda, ordinario di Malattie infettive all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma.

Coronavirus, Cauda: i numeri crescono in fretta

“I numeri stanno crescendo, neanche troppo lentamente“, spiega il medico. “E la percentuale di positivi sui tamponi fatti, ormai superiore a 3, ci dice che la situazione è delicata e merita la massima attenzione”. Così interpreta il quadro offerto anche dai numeri diffusi dal ministero della Sanità e dalla Protezione civile. Che oggi sfiorano i 4500 nuovi casi positivi. Cauda sottolinea all’Adnkronos Salute come “sia fondamentale rispettare le misure. Bene l’uso della mascherina anche all’aperto. Gli studi dicono che l’utilizzo di questo dispositivo aiuta molto. Ma non dimentichiamo il distanziamento e soprattutto l’attento lavaggio delle mani”.

“Bene l’uso della mascherina all’aperto”

E’ questa infatti l’arma “ritenuta più valida dall’Organizzazione mondiale della sanità contro il virus dell’influenza”. Poi analizza la tipologia dei casi rilevati negli ultimi giorni.  “Sono più che verosimilmente la ‘coda’ delle vacanze. Quanto ai numeri, è vero che ad aprile si facevano meno tamponi. E che i positivi erano sottostimati. Ma non dobbiamo banalizzare l’aumento rilevato in questa fase“, ammonisce il docente di Malattie infettive del Sacro Cuore.

Oms: il 10% della popolazione a contatto con il virus

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità “il 10% della popolazione mondiale sarebbe entrata in contatto con il virus. “Ma il nostro obiettivo adesso – conclude  è far sì che il numero dei positivi non aumenti di molto e in un’unica ondata. Dobbiamo dare il tempo alle strutture sanitarie di gestire l’afflusso di pazienti. Dare respiro ai reparti e alle terapie intensive: insomma, contenere il virus“.

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