Brunetta contro l’autoerotismo del governo. Poi l’affondo: «Il Covid come lo spread 9 anni fa»

27 Ott 2020 8:33 - di Paolo Sturaro
Brunetta

«È la solita sottovalutazione che in una situazione del genere rasenta l’irresponsabilità. Ai tempi del primo lockdown il ministro Gualtieri aveva ipotizzato spese aggiuntive per 3,5 mld. Io, a nome dell’opposizione, avevo ipotizzato una cifra almeno dieci volte superiore. Sappiamo tutti come è andata a finire». A rilevarlo è l’ex ministro della Pa e dell’Innovazione, Renato Brunetta.  Intervista da Il Giornale, evidenzia come il nuovo coronavirus sia «il nuovo spread».

Brunetta e l’angoscia di chi lavora

«Abbiamo chiesto con forza che in ogni Dpcm che preveda chiusure o limitazioni delle attività economiche sia contenuto un immediato risarcimento. Conte sembra aver accettato il principio. Ma in un Paese serio i due provvedimenti avrebbero dovuto marciare paralleli. Invece»,  sottolinea Brunetta, «così non è». La cosa ha messo «nell’angoscia centinaia di migliaia di imprese, dalla ristorazione ai bar allo sport, al tempo libero. E questo è un male. La vogliamo smettere di sottovalutare la tragicità dell’emergenza?».

Mettere in sicurezza la finanza pubblica

«Questo governo magari sarà anche in grado – come in un atto solipsistico di autoerotismo – di scrivere l’ennesimo Dpcm. Ma evidentemente – argomenta ancora Brunetta – in queste condizioni non è in grado di portare a termine una legge di bilancio all’altezza della spaventosa difficoltà del momento. Questa situazione mi riporta alla memoria un altro passaggio delicatissimo per il nostro Paese». Quando, cioè, «9 anni fa la pandemia si chiamava spread. La soluzione fu trovata in Parlamento con un accordo tra maggioranza e opposizione per mettere in sicurezza la nostra finanza pubblica».

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