Zingaretti disperato si inginocchia ai grillini per il voto disgiunto. Come ai tempi del “turiamoci il naso”

19 Set 2020 12:41 - di Antonio Marras

Nicola Zingaretti? No, non è lui che parla. E la dichiarazione è di 45 anni fa.”Questo è un referendum. Fra quaranta giorni saremo chiamati a scegliere non un partito, e nemmeno un governo, ma un regime. Ecco perché tra direttore di giornale e lettori, dobbiamo fra noi parlarci chiaro, occhi negli occhi…». E dunque, “turatevi il naso ma votate Dc”, scrisse Indro Montanelli nel giugno del 1976. Il voto disgiunto di oggi è il voto utile di oggi, cambia solo la modalità ma non la finalità politica.

Il grande giornalista (su cui si è scatenata la vendetta postuma della sinistra…) riuscì nell’impresa di aiutare la Dc di Zaccagnini e Fanfani a respingere l’assalto comunista del Pci e a proseguire con le formule di governo di quadro e pentapartito. Ma a sua volta lo stesso appello lo rivolse il Pci a non disperdere il voto nel cartello di Democrazia Proletaria (Pdup, Lotta Continua e altri gruppi extraparlamentari) per dare forza al grande Partito comunista. Non fu sufficiente.

Ma tante altre volte i grandi partiti, per evitare di “disperdere” i voti nelle liste minori e promettere maggiore governabilità, hanno chiesto agli elettori il “sacrificio” di far convergere il consenso sui partiti maggiori.

Zingaretti e il voto digiunto utile a salvare la sua poltrona e quella di Conte

Lo chiamavano “voto utile”, oggi qualcun altro, per evitare imbarazzi e vecchie reminescenze da Prima Repubblica, parla di “voto disgiunto”. Come Nicola Zingaretti, che con il consenso silenzioso e il lavorìo discreto di una parte del M5S (come Di Maio, molto critico con il reggente Crimi e spaventato dalla possibilità che il governo cada grazie alle divisioni sul territorio col Pd), sui giornali di oggi prova a convincere i grillini a votare il candidato governatore del Pd, come in Puglia e in Toscana, dove il segretario si gioca la poltrona, anche esprimendo preferenze ai candidati grillini nei voti di lista.

L’appello del segretario del Pd agli elettori del M5S

“È una partita molto difficile, ma è aperta. La storia del voto utile sta funzionando”, ha confessato Zingaretti ai suoi, secondo una ricostruzione del Corriere della Sera. “Uno dei maggiori crucci del segretario è rappresentato dalla grave responsabilità che si è assunto il M5S rifiutando le alleanze: «Non stendiamo tappeti rossi alle destre, votate per chi può vincere», osserva il leader rivolto agli elettori grillini. Alla classe dirigente5Stelle dice: «Non si può governare da avversari, bisogna avere una visione comune». Zingaretti sa che se il Pd
perde di brutto gli sarà accollata tutta la responsabilità”, sentenzia il Corriere. E si è appellato, in ogni comizio, al voto utile…

Di Maio fedeli ai candidati M5S, però…

E il M5S? Finge di stare col reggente Crimi ma nel sottobosco in tanti lavorano per segare i suoi candidati e provare a far vincere quelli del Pd, con l’obiettivo di mandare a casa lui e salvare il governo Conte.

“Agli elettori non bisogna dire cosa fare e parlare oggi di voto disgiunto o voto utile significherebbe non essere leale ai nostri candidati presidente nelle regioni. Detto ciò, io avrei gestito diversamente queste regionali, perché se al governo prendiamo un indirizzo, anche a livello regionale bisogna orientare le politiche territoriali a quelle nazionali”. Questo il messaggio subliminare rivolto ieri sera agli elettori del M5s, a buon intenditor, poche parole…

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