«Willy? Non l’abbiamo toccato». I fratelli Bianchi davanti al gip fanno gli spavaldi e negano tutto

8 Set 2020 15:00 - di Redazione
Fratelli Bianchi

Willy? Non l’abbiamo toccato, non siamo stati noi. Così i due fratelli Marco e Michele Bianchi davanti al gip. Durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto hanno respinto ogni accusa: “Non abbiamo toccato Willy Monteiro. Respingiamo ogni accusa. Siamo intervenuti per dividere“. E ancora:”Siamo dispiaciuti e distrutti perché siamo accusati di un omicidio che non abbiamo commesso”.

Il racconto dell’amico di Willy

Spavaldi e provocatori, come sempre. In barba al racconto di numerosi testimoni e senza mostrare segni di pentimento. Il testimone principale è Federico Zurma, l’amico che Willy voleva difendere:  “Si è messo tra me e loro. Mi stavano picchiando quando ho visto Willy. Ha cercato di mettere pace, ma hanno iniziato a picchiarlo in quattro”. Questo il racconto di Federico a Repubblica.

Il calcio micidiale alla pancia

“Uno di loro lo ha colpito con un calcio micidiale alla pancia. Willy è rimbalzato a terra, facendosi forza sulle braccia ha provato a rialzarsi, ma gli ha subito sferrato un pugno sulla testa“, prosegue il giovane che, in un’intervista al Corriere della Sera sottolinea come si porterà “a vita il ricordo di quella notte”. “Willy era un ragazzo equilibrato, è intervenuto con intento pacifico e per riportare gli animi alla calma”, racconta ancora Federico che, conferma di essere “stato ascoltato dai carabinieri” e dice di sapere che dovrà “deporre a un processo nei confronti del gruppo di aggressori”.

Parla il padre di uno dei ragazzi feriti dal branco

E il padre di uno dei ragazzi feriti nella rissa che ha portato alla morte di Willy Monteiro Duarte conferma: ”I fratelli Bianchi erano lì solo per picchiare. Non è stata una rissa, ma un’aggressione. Sono stati 20 secondi di violenza inaudita”. A Radio Capital parla Vincenzo, il padre di uno dei ragazzi, che vuole restare anonimo, e che è riuscito a salvarsi nascondendosi dietro una macchina: ”Quella sera Willy, mio figlio e i suoi amici sono andati in un locale dopo il lavoro. Willy ha visto un suo compagno di scuola coinvolto in una rissa e ha avuto la bontà di dirgli di lasciar perdere. Poi qualcuno ha chiamato i fratelli Bianchi e hanno iniziato a picchiare chiunque passasse di lì. L’aggressione non è durata 20 minuti, ma pochi secondi. Nessuno riusciva a fermarli”. Vincenzo poi ricorda Willy come un ragazzo sorridente e responsabile: ”Willy era quello della compagnia che prendeva sempre la macchina perché non beveva mai. Era il ragazzo che tutti vorrebbero come figlio”.

Commenti

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  • sergio la terza 9 Settembre 2020

    sulle mani del branco e sulle scarpe non ci dovrebbero essere tracce di dove hanno colpito?