Virus, sono 1587 i nuovi casi. E’ polemica per i Covid positivi chiusi a casa che non possono votare

20 Set 2020 18:16 - di Redazione

Sono 1587 i nuovi casi di positivi al Covid nelle ultime 24 ore. In  calo rispetto a ieri (erano 1638). 15 i decessi e 222 le persone ricoverate in terapia intensiva (+7 da ieri). Sono 83.428 i tamponi effettuati, un dato nettamente inferiore rispetto a quello di ieri, quando se ne erano registrati 103.223.

Ippolito: focolai dovuti ai rientri dalle vacanze

Secondo Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani e componente del Comitato tecnico scientifico, gli incrementi dei casi cui stiamo assistendo sono ancora dovuti ai rientri dalle vacanze mentre è presto per misurare gli effetti sull’epidemia della riapertura delle scuole.

“La circolazione del virus – afferma Ippolito – è diffusa su tutto il territorio nazionale, con focolai di dimensioni variabili, in molti casi associati ad attività sociali e ad assembramenti. Gli spostamenti per attività ludiche e ricreative non sono ancora finiti, anche se molto ridotti. Bisognerà aspettare qualche settimana. Ma questo non significa che con la fine delle vacanze e il rientro in città il rischio automaticamente diminuisca soprattutto se si viene meno all’impegno civico e sociale di mantenere vivo il rispetto delle misure di distanziamento e l’utilizzo scrupoloso delle mascherine evitando assembramenti urbani, con l’effetto di trasmissione locale”.

Troppi elettori in isolamento non hanno potuto votare

E nel giorno in cui sono aperti i seggi per il referendum e per le regionali è polemica per l’alto numero di soggetti in isolamento che non potranno esercitare il diritto di voto. Il segretario dei Radicali italiani, Massimiliano Iervolino, fa due conti.  “Su oltre 36.000 cittadini in isolamento domiciliare causa Covid – denuncia – solo 1.820 hanno richiesto di poter esercitare il proprio diritto di voto attraverso il voto domiciliare. La misura studiata dal governo, ovvero l’estensione delle norme per il voto domiciliare, si è dimostrata del tutto insufficiente per assicurare parità di diritti a tutti i cittadini”.

“La poca informazione e l’onere tutto a carico dei singoli elettori – continua – già provati dall’isolamento domiciliare, non hanno creato i necessari elementi di fiducia per far sì che l’opzione potesse essere esercitata almeno da una parte consistente di questi elettori”, aggiunge.

“Se a questo aggiungiamo le difficoltà registrate nell’allestimento dei seggi, addirittura la cancellazione di alcune sezioni è evidente la grave sottovalutazione del governo nell’organizzazione di questa tornata elettorale”. Per i Radicali italiani sarebbe stato meglio utilizzare il voto postale, che in Germania è in vigore dal 1957.

 

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