Terremoto dimenticato, la sfida di Acquaroli: stop burocazia, la ricostruzione non può più aspettare
Gioco di squadra e discontinuità dal passato. Tanti gli ingredienti di una vittoria straordinaria. E di una svolta “epocale” dopo 25 anni di amministrazioni di centrosinistra. Tanti anche i nodi da affrontare e risolvere per rimettere in moto le Marche. Francesco Acquaroli, neogovernatore di Fratelli d’Italia, è ben consapevole della sfida. E della grande responsabilità.
Acquaroli: i marchigiani chiedono discontinuità
“Nella nostra Regione, dopo tantissimi anni, i marchigiani hanno votato per una discontinuità. Tante le problematiche irrisolte”, spiega dai microfoni di Sky tg24. “Dalla ricostruzione al taglio dei servizi sanitari, al ritardo infrastrutturale, la crisi occupazionale. Credo che il nostro progetto, la voglia di rimettere in discussione una capacità anche di reazione della nostra Regione davanti a questa crisi, ha portato a una svolta epocale. Che ci responsabilizza molto rispetto a tutte queste questioni nevralgiche e fondamentali per il futuro della nostra Regione”.
“Sbloccare i cantieri per la ricostruzione”
Al primo posto la ricostruzione, “che non riesce a ripartire”. “Abbiamo tantissime comunità che si stanno spopolando. Una parte importante del territorio della nostra Regione è praticamente ferma. Non riesce a vivere la normalità, la quotidianità. Abbiamo una burocrazia che con oltre 100 ordinanze sta condizionando la possibilità delle abitazioni di progettare. E ripartire con la ricostruzione privata”.
Nella lista degli obiettivi da raggiungere al primo posto l’impegno a ridare speranza a quei territori. “E’ una questione anche di dignità. Poi restituire una possibilità e maggiore equilibrio nella gestione dei rapporti tra entroterra e costa, infine il lavoro e il futuro dei giovani”.
“Dopo 4 anni in tanti stanno scappando”
Il governatore punta i riflettori sul terremoto dimenticato e sul blocco dei cantieri. “Col ponte di Genova si è utilizzato un modello che ha ricostruito in pochissimo tempo. In questo caso il commissario della ricostruzione non ha avuto poteri straordinari. E la ricostruzione pubblica procede molto a rilento”, dice Acquaroli che chiede al governo Conte di muoversi. “Dobbiamo consentire ai cantieri di ripartire. Anche perché in questa crisi economica così importante la ripartenza del cantiere del sisma può essere un’opportunità per tutto il centro Italia. Per le regioni colpite e non solo”. La sburocratizzazione non può aspettare. “Dobbiamo cercare di rendere fruibili le norme a tutti. Anche ai tecnici privati. Per garantire a chi ha le carte in regola di poter ricostruire. Sono passati oltre quattro anni dalle prime scosse. Inizia a serpeggiare un sentimento di assoluto scoraggiamento, arrendevolezza davanti alla situazione”.
“In tanti stanno scappando”, denuncia il presidente della Regione. “Perché a 4 anni di distanza non vedono la possibilità di ricostruirsi una vita. Tutte quelle che erano attività artigianali, commerciali. Le potenzialità turistiche e dei servizi che erano in quei territori e si stanno perdendo. Dobbiamo mettercela tutta, la Regione certo, ma anche il governo centrale e il Parlamento”.
“Subito un’attenta revisione dei bilanci”
“Dobbiamo fare una spending review. Perché se riusciamo a ottimizzare la qualità e la quantità della spesa pubblica, si possono anche attivare maggiori servizi. O ridurre la pressione fiscale. Naturalmente per fare questo bisogna fare una attenta revisione dei bilanci delle Regioni. Anche nel mio caso, e capire se e quali margini ci siano. In secondo luogo si deve e si può intervenire con una eventuale riduzione dell’Irap, partendo da attività e settori specifici e da chi può soffrire di più”.
L’utilizzo dei fondi europei
Altro dossier importante: l’utilizzo dei fondi europei. “Abbiamo avuto delle difficoltà negli anni scorsi.Utilizzando pochissime risorse che ci sono state messe a disposizione. Rischiando addirittura di restituire addirittura mezzo miliardo di euro. Se vogliamo rendere competitiva la nostra economia, possiamo intervenire cercando di efficientare i processi produttivi. Di internazionalizzare i prodotti. Cercando di intervenire anche sull’accesso al credito non avendo più, dopo la vicende legate a Banca Marche, un istituto di credito autorevole di territorio. Questo è un problema per tutti, sia per l’accesso ai fondi europei sia per il sostegno delle nostre piccole e medie imprese”.
“Il mio successo è il gioco di squadra”
La sfida è ambiziosa. “La questione che ci lega tutti – spiega il giovane governatore di centrodestra – è la capacità di sentirsi comunità unita, forte. Nell’unico grande obiettivo di rilanciare un sistema che oggi sta subendo una crisi che rischia di cancellarlo per come lo abbiamo conosciuto. Il primo grande obiettivo è rimettere la nostra comunità nelle condizioni di essere consapevole delle proprie potenzialità. E di lavorare al rilancio di questo modello. Restituendo a ogni territorio la sua funzionalità, la sua dignità e la sua capacità di reagire a quella che è la sfida che quest’epoca ci impone. Abbiamo come in tutta Italia anche il Covid che incombe sulla nostra Regione: tante le partite aperte ma se ragioniamo come squadra è più facile”.