Taormina fa pignorare la villetta di Cogne della Franzoni. A ottobre la decisione sulla vendita

18 Set 2020 16:22 - di Giovanni Pasero
villetta di cogne

L’avvocato Carlo Taormina ha diritto a proseguire con le procedure di pignoramento della villetta di Cogne. A dare il via libera è il Tribunale di Aosta. Ha infatti respinto le richieste di sospensione dell’esecuzione immobiliare avanzate da Annamaria Franzoni e dal marito Stefano Lorenzi. Alla base del contenzioso il mancato pagamento dell’onorario del legale romano, difensore di Franzoni nel processo che la vedeva imputata per aver ucciso suo figlio Samuele nel gennaio 2002.

Il penalista, forte di una sentenza resa esecutiva nel 2017 dal tribunale di Bologna, aveva chiesto il risarcimento degli onorari ancora non pagati per la difesa nella lunga e articolata prima fase del processo che ha poi portato alla condanna definitiva della madre del bimbo.

La villetta di Cogne e il delitto del piccolo Samuele

Nei mesi scorsi, il legale aveva annunciato la causa civile nei confronti della signora Franzoni. «Non mi ha pagato gli onorari, è stata pronunciata una sentenza che è passata in giudicato che mi ha assegnato circa 450 mila euro di onorari. Siccome ho fatto richiesta di esecuzione della sentenza e non ho avuto alcuna risposta ho fatto il pignoramento dell’unica cosa che so esistente, cioè la villetta di Cogne».

Taormina chiede i soldi della parcella (450mila euro)

L’avvocato Taormina aveva ricordato che il pignoramento era avvenuto. Tuttavia, la vendita dell’immobile ancora non era stata fissata. Ora la decisione del tribunale di Aosta di respingere le richieste della Franzoni. La villetta di frazione Montroz potrebbe quindi finire in vendita, ma manca ancora un giudizio nel merito che dovrebbe arrivare entro la fine di ottobre.

La Franzoni, nel periodo dei domiciliari, aveva anche chiesto di tornare a Cogne. Opzione che il tribunale di Bologna le aveva negato. Un rifiuto che il sindaco di Cogne aveva apprezzato: “Vogliamo che la gente dimentichi prima possibile quella drammatica vicenda”.

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