Studio del Cnr: “La Quercetina ferma il Covid”. Dalle mele al vino, ecco dove trovarla in natura

3 Set 2020 13:16 - di Penelope Corrado

Vuoi vedere che i nostri avi già sapevano tutto su come affrontare il coronavirus? Uno studio del Cnr rivela che la Quercetina (contenuta in alimenti considerati ammazza-raffreddore) sarebbe un’arma efficace contro il coronavirus.

Lo studio internazionale al quale ha partecipato il Cnr, indica infatti che la Quercetina – un composto di origine naturale – funziona da inibitore specifico del coronavirus Sars-CoV-2.

Uva rossa, mele, capperi, propoli e altri alimenti

Ma dove si trova la Quercetina in natura? In alimenti specifici. Gli stessi che consigliavano gli anziani di una volta per combattere il raffreddore. Tra questi c’è vino rosso, mirtillo, propoli, mela. Ricordate l’adagio: “Una mela al giorno leva il medico di torno?”. E ancora la cipolla rossa, che a Napoli usano per la “genovese”, piatto simbolo della tradizione. Se invertite latitudine, invece, in Asia il rimedio per eccellenza contro i malanni è il The verde. Anch’esso particolarmente ricco di quercetina. Insomma, la scienza conferma che i rimedi tradizionali sono ancora vincenti.

L’azione della Quercetina

Ma come agisce la Quercetina? La sostanza mostra un’azione destabilizzante sulla 3CLpro, una delle proteine chiave per la replicazione del patogeno. Lo studio è stato pubblicato sull”International Journal of Biological Macromolecules. Insieme alla ricerca di un vaccino efficace, lo sviluppo di farmaci antivirali specifici per il coronavirus responsabile della Covid-19 è un altro grosso filone di studi che il mondo della scienza ha avviato per vincere il nemico pandemico.

Il testo del comunicato completo del Cnr

Il nuovo lavoro – condotto da Bruno Rizzuti del Cnr-Nanotec con un gruppo di ricercatori di Zaragoza e Madrid – dimostra che la Quercetina, bloccando l’attività enzimatica di 3CLpro, risulta “letale” per Sars-CoV-2. “Le simulazioni al calcolatore hanno dimostrato che la quercetina si lega esattamente nel sito attivo della proteina 3CLpro, impedendole di svolgere correttamente la sua funzione – afferma Rizzuti, autore della parte computazionale dello studio – Già al momento questa molecola è alla pari dei migliori antivirali a disposizione contro il coronavirus, nessuno dei quali è tuttavia approvato come farmaco”.

I ricercatori invitano alla cautela

Tuttavia, tra i divulgatori scientifici permane grande cautela. “È uno studio di simulazione e in vitro – commenta il blogger del Fatto quotidiano, Salvo Di Grazia – quindi ci dice pochissimo sull’efficacia sull’uomo e sulla sua possibilità reale di applicazione”. Insomma, al momento “è teoria pura”. Teoria che, per assurdo, conferma la bontà delle abitudini alimentari del passato. I prossimi studi ci diranno se i nostri avi avevano ragione.

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