Salvini: «Chi resta a casa ha già perso». E in un video mostra tutti gli scivoloni della Azzolina
Salvini alla prova del voto insiste sul disastro Azzolina. E in un video sonda il giallo sui banchi a rotelle. O meglio: il leader del Carroccio, dai suoi profili social augura buon voto a tutti. E in un video in cui si affrontano tutte le criticità e le proposte nel merito della Lega, afferma nettamente: «Chi resta a casa ha già perso». Una esplicita esortazione a recarsi ai seggi per sostenere la libertà di espressione democratica degli elettori e contro il silenzio dell’astensionismo. Poi, l’approfondimento multimediale investe e travolge la Azzolina: nel video si affronta la vexata quaestio scuola e il giallo, sempre più intricato, dei banchi a rotelle.
Salvini alla prova del voto: in un video tutti i dubbi sulla Azzolina
In un video pubblicato su Facebook, dunque, il leader del Carroccio ripropone i temi caldi in agenda. Le problematiche mai risolte dall’esecutivo in carica. Le risposte della Lega ai problemi che affliggono gli italiani. E allora, dall’invasione dei migranti alla scuola, passando per criminalità e sicurezza, fino alla gestione dell’emergenza sanitaria dell’epidemia di Covid, Salvini inanella e commenta i nodi da sciogliere, elencando punto per punto scandali e possibili risoluzioni. Dal processo politico contro la Lombardia e la Lega, al colpevole silenzio sullo scandalo delle mascherine strapagate e mai arrivate, che ha travolto la Regione a guida Zingaretti e il Pd. Fino al procedimento contro lo stesso ex ministro degli Interni sulla gestione dei flussi di migranti (e per aver chiuso i porti), e in nome di una immigrazione controllata e qualificata. Fino alla necessità della riforma della giustizia in nome della separazione delle carriere. Soffermandosi sulla “disastrosa” gestione del caos scuola da parte della ministra Azzolina.
Scuola, immigrazione, giustizia: in un video i temi in agenda e le proposte leghiste
E proprio sulla scuola e sulla ministra grillina, il video che mescola immagini registrate e diretta live, il video postato sulla pagina Facebook di Salvini apre un altro, inquietante capitolo. Una vicenda oscura, affrontata in Aula da un esponente leghista di cui il contenuto multimediale in onda ripropone contorni e denuncia a seguito dell’informativa del Ministero. «Chi sottolinea criticità e inadeguatezza, per lei è un “gaglioffo senza coscienza”». E ancora: «Mancano 5 giorni dall’inizio della scuola – prosegue il parlamentare leghista – e ci sono 40.000 domande sbagliate che hanno stravolto le graduatorie e la vita di decine di migliaia di insegnanti… 60.000 cattedre scoperte, con i concorsi che non sono mai partiti. E precari a casa». Infine, la nota dolente dei banchi a rotelle. O meglio, la beffa che adombra il sospetto dell’intreccio davvero poco chiaro.
Il caso Azzolina dall’Aula alle classi, passando per le famiglie
«Ministro – prosegue nella sua requisitoria in Aula l’esponente del Carroccio – lei si fa un vanto dell’operazione banchi a rotelle. Ma lei e la sua maggioranza di governo a cui appartiene e il presidente del Consiglio Conte, non avete provato un minimo di vergogna, quando la Lega ha scoperto che uno degli 11 fornitori di questi banchi a rotelle. Per un importo di 45 milioni di euro, al quale avevate affidato l’incarico, era la ditta con un dipendente della provincia di Roma. Con un capitale sociale di 4000 euro. E che avrebbe dovuto produrre in 3 settimane 180.000 banchi? Ma chi volete prendere in giro? Ecco perché i banchi non sono ancora arrivati nelle nostre scuole»…
Il giallo dei banchi a rotelle: la denuncia di un addetto ai lavori
E viene fuori che le aziende sono costrette a lavorare in spregio del bando che, peraltro, non rispetta nemmeno le regole europee. Non solo: la domanda che si pone la Lega sul tema è la stessa rilanciata via social da una detto ai lavori. Il quale sui social, a sua volta, denuncia: «Dietro di me il primo dei 2 camion che stanno consegnando a Cadoneghe i banchi con le rotelle voluti dal ministro Azzolina… sono in plastica, bassi, piccoli e non danno la possibilità ai ragazzi neppure di poter scrivere. Sono milioni di soldi dei cittadini buttati al vento. Io non uso mezze misure: è una vergogna. C’è anche un’altra cosa da dire. Io ho chiesto: da dove arrivano questi banchi? L’ordine è: silenzio. Non si può sapere dove sono stati prodotti, e da dove arrivano, Da una fabbrica? Da un outlet? Da un fallimento? Eppure per la loro adozione nel bando si parla di cifre astronomiche».