Premi Oscar solo ai film politicamente corretti. Il cinema non ci sta. Muccino: l’arte non può avere paletti

10 Set 2020 17:57 - di Adele Sirocchi

Premi Oscar solo ai film politicamente corretti. Lo ha stabilito l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, l’organizzazione che si occupa dello sviluppo dell’industria cinematografica americana e internazionale. E che ogni anno assegna i tanto ambiti premi Oscar.

La polemica divampa: praticamente l’Academy detta i copioni a registi e produttori. Solo protagonisti o coprotagonisti che siano di colore, o donne, o del mondo Lgbt o disabili  avranno la possibilità di essere premiati. Sono poste le basi dunque per una dittatura di certe tematiche e per arginare la creatività di chi opera nel mondo del cinema e dello spettacolo.

Muccino: il cinema non deve fare la morale

Il regista Gabriele Muccino prende le distanze: “Il sistema del cinema hollywoodiano e quindi anche l’Academy e le sue regole in continuo mutamento, sono ormai da anni sempre più avvitati nell’insicurezza sistematica che governa quel mondo e che viaggia in parallelo col suo abnorme ego per cui si sente paladina della civiltà: una responsabilità che il cinema non deve assumersi, secondo me. Il cinema non deve mai pensare in modo politico o morale”.

Il politicamente corretto è una paranoia

Muccino, che ben conosce l’America dove ha vissuto fino a quattro anni fa, aggiunge: “I parametri della censura, inoltre – è la sua analisi – si sono sempre più estremizzati negli anni togliendo via via ai film moltissimi ‘spigoli’ interessanti; l’essere ossessivamente politicamente corretti è di fatto una spirale di paranoie che non avranno mai fine. E soprattutto non si può fare arte se i paletti sono così tanti e così limitanti da assomigliare a quelli che vengono messi per la visione di un cartone animato della Disney“.

“La vita è anche ingiusta, dolorosa, cattiva, iniqua e il cinema, come arte, ha il dovere assoluto di rappresentare la vita senza dolcificanti e fregarsene delle ragioni politiche e diplomatiche che lacerano il popolo americano rendendolo così spaventato e confuso su tutto”, chiosa Muccino.

Occhipinti: gli Usa paese schizofrenico

Andrea Occhipinti, fondatore della Lucky Red e ad di Circuito Cinema, critica le ultime novità dagli Usa: “Ho sentito delle nuove regole per gli Oscar. Gli Stati Uniti mi sembrano un Paese schizofrenico, che va per estremi. In strada vediamo afroamericani ammazzati dalla polizia, poi fanno queste cose di super tutela. Le minoranze andrebbero tutelate nella società civile”.  “In strada i poliziotti sono armati fino al collo, pronti a picchiare le minoranze etniche, poi l’Acadamy sceglie di dare rilievo alle categorie come donne, Lgbt e altri. Non so, mi sembra un Paese che va da un estremo all’altro”.

Bruni: è il pubblico che fa la storia del film non i premi

“Io credo che la decisione dell’Academy non sia corretta. Non si può tarpare la creatività. E, per la stessa ragione, penso che non si debba dare troppo valore ai premi”. Non ha dubbi Massimiliano Bruni nel valutare la decisione dell’Academy Awards. “All’Academy e ai premi in generale bisogna dare minor peso – scandisce – Io penso che se tu chiedessi ad un sessantenne quali sono i film che gli sono rimasti più impressi, ti direbbe che sono i film che lui ha apprezzato di più, e non si ricorderà di certo chi ha vinto l’Oscar nel 1974 o il David di Donatello. I premi sono una cosa molto spettacolarizzata per il pubblico appassionato di cinema ma non storicizza un film. Cosa che, invece, fa l’amore che negli anni gli dà il pubblico. Ci sono film pluripremiati ai David di Donatello che sono caduti nel dimenticatoio – fa notare Bruno – e altri che non hanno preso nessuna candidatura e sono amatissimi”.

 

 

Commenti

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  • giovanni vuolo 10 Settembre 2020

    Ma questo succede da tempo immemorabile. Sarà anche questo il motivo per il quale I radical chic dello spettacolo professano la loro fede sinistra? Ma il vertice dell’abominio si è toccato col festival di Sanremo presentato da Baglioni, che bene avrebbe fatto a non buttare nella spazzatura il proprio mito; vinse una canzone che era una nenia fastidiosa, solo perché doveva cantata da un egiziano. Evviva l’Italia !!!