Referendum, l’attacco di Saviano al Pd fa infuriare Zingaretti: «Insulti perché non hai argomenti»

11 Set 2020 17:07 - di Valerio Falerni
Saviano

Sul Pd le parole di Roberto Saviano hanno lasciato il segno. Di più: un vero sfregio, come quello di Zorro sul pancione flaccido del sergente Garcia. Un vero J’accuse, quello dell’autore di Gomorra, che ha messo nudo tutta l’inconsistenza politica mostrata dal Pd sul referendum. Il “” pronunciato da Zingaretti dopo tre “no” votati in Parlamento sono ormai la prova – per Saviano – che il partito è «solo vapore acqueo». In pratica, sta evaporando. Lo scrittore è un mostro sacro per la sinistra e quindi per la base del Pd. Il suo attacco, sottolineato anche da espressioni un po’ da trivio, ha il potere di scatenare nel partito una sorta di psicodramma.

Saviano contro la scelta del “sì”

Per Zingaretti, è nitroglicerina pura. Non è la prima volta che i due incrociano le lame: tempo fa accadde sull’immigrazione. Anche per questo, il segretario maneggia la polemica con guanti felpati. «Anche per Saviano – dice infatti il segretario dem dai microfoni di Sky Tg24 -, difendo il diritto di esprimere le proprie opinioni. Sono per la libertà di espressione, ma quando si passa agli insulti vuol dire che gli argomenti sono finiti e per farsi notare si passa a questi strumenti». Il mastice per salvare capra e cavoli, cioè le critiche di Saviano e l’unità del Pd, è sempre la paura del centrodestracattivo“.

Il leader dem: «Meritiamo rispetto»

Zingaretti lo sa bene e agisce di conseguenza pigiando il tasto della consueta retorica delle «decine di migliaia di donne e di uomini», impegnate a difendere «la democrazia italiana» dalle «destre di Salvini e Meloni». Queste persone, conclude Zingaretti alludendo a Saviano, «meritano rispetto e hanno il rispetto degli italiani». Ma il leader dem ha altri grattacapi, oltre a quelli causati dallo scrittore. A cominciare dall’utilizzo dei fondi del Mes, il fondo salva-Stati per il quale il M5S nutre un’avversione addirittura ideologica. Zingaretti non si nasconde la difficoltà di riuscire a convincere il riottoso alleato. «Non ho la magia – si limita infatti a dire – ma dico che quella linea di credito conviene all’Italia».

 

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