Meloni: «Parlamento illegittimo. Ma Conte, Pd e 5S non mollano la poltrona neanche se viene giù un asteroide»

24 Set 2020 10:48 - di Bianca Conte
Giorgia Meloni foto Ansa

Giorgia Meloni: Parlamento illegittimo. La leader di Fdi sgancia la bomba. Del resto, il verdetto elettorale parla chiaro. Nonostante dopo il voto di domenica e lunedì scorsi, la sinistra continui a festeggiare mentre insiste a perdere consensi. Il Pd, consapevole di aver scansato un fosso, ma per un pelo, brinda alla sopravvivenza. I grillini celebrano il fatto di non esser stati cancellati dalla faccia della terra. Camera e Senato sono lontani anni luce dal consenso dei cittadini. Insomma, il governo Conte esce con le ossa rotte dalle ultime consultazione elettorali, regionali e referendarie, ma il premier, si sa, non molla la prese e continua ad escludere rimpasti o, più che mai, un addio alla poltrona. Un quadro chiaro che lascia poco spazio all’interpretazione, che Giorgia Meloni delinea e commenta in un’intervista a Libero.

Giorgia Meloni, «Parlamento illegittimo»: l’intervista a Libero

Dunque, nella conversazione giornalistica, la leader di Fdi si dichiara «molto soddisfatta» per il risultato delle elezioni regionali, dove il partito da lei guidato ha scavalcato il M5S, diventando il terzo partito. Un dato che, aggiunto ai risultati conseguiti dalla intera coalizione di centrodestra, fa dire alla Meloni nell’intervista che, allo stato dei fatti, il Parlamento è illegittimo. Che «due dei tre partiti più importanti del Paese oggi si trovano all’opposizione. Mentre la maggioranza continua a perdere consenso. Eppure a sinistra sono bravissimi a festeggiare il fatto di non esser stati cancellati dalla faccia della terra»…

«Troppo divario tra sentimento popolare e scelte di palazzo»

«È evidente – aggiunge la presidente di Fdi – che ormai c’è un’importante distanza sia sul piano quantitativo, sia sul piano qualitativo, tra il Paese e la rappresentanza parlamentare. Camera e Senato – prosegue Giorgia Meloni – sono lontani anni luce dal consenso dei cittadini. Né si può considerare il presidente della Repubblica un banale notaio delle maggioranze parlamentari, altrimenti non esisterebbe l’istituto dello scioglimento anticipato. Provvedimento che può scattare nel momento in cui si dovesse ravvisare che c’è troppo divario tra sentimento popolare e le scelte del palazzo».

«La poltrona non la mollano neanche se viene giù un asteroide»

«È chiaro che in questo momento ci troviamo di fronte a un paradosso normativo. Il peso dei senatori a vita con meno deputati viene moltiplicato. Così come sarebbe alterato il ruolo dei delegati regionali. Dopodiché non voglio insegnare il mestiere al presidente, ma forse c’è del materiale per ragionare», dice ancora la presidente di Fdi. Intanto, dalle consultazioni regionali, il governo è uscito «chiaramente indebolito», ma nonostante questo dato, di per sé ineludibile, Conte non mollerà facilmente la guida dell’esecutivo. «No – risponde certa la Meloni – ovvio che la poltrona non la mollano neanche se viene giù un asteroide. Però prima o poi qualcuno si porrà il problema di guardarsi allo specchio».

Sul dibattito parlamentare nel dopo voto

Libero prova ad addentrarsi ancora di più sul verdetto delle urne e sulle sue ovvie conseguenze. E lo fa partendo dalla discussione in corso tra gli eletti di Fi, in cui si discute molto dopo il voto. Per Mara Carfagna, per esempio, queste elezioni dimostrano che «il quinquennio del populismo è finito». Pronta e sferzante la replica della Meloni. «Non apprezzo queste etichette, populista non so neanche cosa significhi. Così come non ho mai inteso il senso del termine moderato. Ho capito solo che di solito quando lo si usa si parla di trasformismo. Uno è moderato se parla di sostegno alle imprese. Ma con un pedofilo, ha senso essere moderati? Sono etichette buone per il dibattito di palazzo».

«La nostra è una forza popolare: le nostre piazze lo dimostrano»

«Al massimo posso dire che la nostra è una forza popolare, ma non credo che sia finita l’epoca di stare in mezzo alla gente? Dalle nostre piazze non sembra. Dai nostri risultati neanche. Dopodiché è vero che fanno di tutto per tirarci nelle polemiche. Io continuo a ricevere domande su Salvini nella speranza che un’uscita sbagliata logori i rapporti. E viceversa. Credo però che nei momenti importanti abbiamo sempre dimostrato di saper camminare a braccetto. Questo è essere una coalizione», conclude Giorgia Meloni. E ancora una volta la disamina è chiara. Il messaggio netto. E per lettori, elettori e avversari non c’è spazio per sconfessioni o recriminazioni di sorta...

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