Lo scrittore Bazzi: l’estetica dei fratelli Bianchi? Più vicina alla pornografia gay che al fascismo
Il tweet dello scrittore Jonathan Bazzi fa piazza pulita dei tanti, troppi, che hanno voluto rappresentare i fratelli Bianchi, indagati per l’omicidio di Colleferro, come “picchiatori fascisti”. Sembrano, al contrario, due pornoattori gay. Proprio così. Ed è uno dei commenti più azzeccati che si sono letti sui due fratelli di Artena, cultori di muscoli e violenza, attaccabrighe di professione.
Bazzi, che è omosessuale dichiarato, è arrivato finalista al Premio Strega col suo romanzo Febbre (Fandango). Opera prima in cui racconta la scoperta dell’Hiv. Ancora, il romanzo è “un continuo rimando tra il passato dell’infanzia e adolescenza vissuta nelle case popolari di Rozzano («mi vergognavo di abitare lì e del lavoro di mia madre, che puliva le scale») e il presente della malattia, a fianco del compagno Marius e dei suoi amatissimi gatti, Mirtilla e Purè”. «Sono stati importantissimi per me, mi hanno fatto crescere, mi hanno costretto a diventare responsabile, per potermi prendere cura di loro ho cambiato la mia vita», racconta lo scrittore.
L’estetica di questi tizi è la stessa della pornografia gay mainstream. pic.twitter.com/xMKIJPsP46
— Jonathan Bazzi (@Jonathan_Bazzi) September 10, 2020