La Lega smaschera il Pd e invoca le urne: “Il Parlamento è delegittimato dal referendum, tutti a casa…”

21 Set 2020 18:41 - di Luca Maurelli
Lega e referendum, prime reazioni

In un Paese normale, stasera, l’unica discussione da fare sarebbe quella sulla nuova legge elettorale per andare al più presto al voto. Con i parlamentari tagliati, le Camere delegittimate e la sensazione, da parte del M5S e del Pd, di potersela giocare con il centrodestra creando un’ammucchiata di centrosinistra, la strada verso il voto democratico sarebbe segnata. Ma sarà così? Difficile, perché il Pd sa che i suoi numeri sono scarsi e il M5S, contandosi nelle urne, si ritroverebbe con percentuali intorno al 10% e una pattuglia di parlamentari esigua. Per non parlare di Conte, ancorato alla poltrona di Palazzo Chigi come una cozza sullo scoglio. Intanto, però, la Lega, prova a stimolare il dibattito.

La Lega: sciogliere al più presto il Parlamento

Matteo Salvini non ha ancora parlato quando da via Bellerio filtrano i primi commenti, tutt’altro che demoralizzati. La spallata al governo? Può arrivare dal referendum. Era stato lo stesso leader a ribadire, nelle scorse ore, come “il voto regionale non avrà significato nazionale: “Il voto non è un avviso di sfratto per il governo”. Ma complice anche la mancata vittoria in Toscana, come appare dai primi dati, la strategia leghista punta al risultato del referendum per mettere in difficoltà il governo Conte e il suo principale partner, il M5S.

La parola d’ordine, appare subito chiaro, per i leghisti è quella di ritenere ormai illegittimo l’attuale parlamento, ‘bocciato’ dal voto
popolare. Il primo a far diventare il sì al taglio dei parlamentari, ampiamente confermato nelle urne, un boomerang per la maggioranza
giallorosa (che sul sì si è schierata, a partire dai Cinque Stelle che ne hanno fatto una battaglia di bandiera) è il deputato ligure Edoardo
Rixi.

Rixi: “Questo Parlamento non può votare il presidente della Repubblica”

“Se come sembra siamo di fronte all’affermazione del Sì al referendum il dato che appare chiaro è che l’attuale parlamento non può votare il presidente della Repubblica“, dice Rixi, all’Adnkronos, a meno di 30 minuti dalla chiusura dei seggi. “La riforma – ricorda l’ex sottosegretario, ora responsabile per le Infrastrutture e Trasporti della Lega – prevede che ci siano 600 parlamentari, non gli attuali 945, un collegio di voti decisamente diverso”.

Concetto che viene ribadito poco dopo dal capogruppo del Carroccio alla Camera Riccardo Molinari. Che si spinge oltre, chiedendo ai 5Stelle di essere coerenti e di far cadere il governo Conte: “Ha vinto il Sì, a questo punto si facciano le riforme, si vada al voto prima di eleggere il capo dello Stato”, dice alll’AdnKronos: “Il M5S ha i numeri, facciano cadere il governo, si vada a votare, si proceda con un nuovo Parlamento per l’elezione del capo dello Stato”.

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