Immigrato irregolare con precedenti. Andava rimpatriato. Ecco chi è il tunisino che ha ucciso don Roberto

15 Set 2020 19:06 - di Alessandra Danieli

Lo chiamavano il prete degli ultimi. A uccidere a coltellate Don Roberto Malgesini, 51 anni, una vita al fianco dei più bisognosi, è stato un tunisino irregolare. Con precedenti per rapina e furto. Non è ancora chiaro il motivo che avrebbe spinto il clandestino, reo confesso, ad aggredire il parroco di Como fino ad ammazzarlo. E poi abbandonarlo esanime.

Chi è il tunisino che ha ucciso don Roberto

L’uomo, 53 anni, si è poi costituito davanti ai carabinieri. Il suo non è un curriculum senza macchia. Irregolare in Italia con gravi precedenti penali dal 2007. Tra cui maltrattamenti in famiglia, resistenza a pubblico ufficiale, furto e rapina.  Gli era stato revocato il permesso di soggiorno e aveva pendenti due decreti di espulsione. Al primo, nel 2018, non aveva ottemperato l’ordine di espulsione. Per quanto riguarda il secondo, datato 8 aprile, non è stato eseguito per la sospensione dei voli a causa del covid, spiegano fonti della questura all’Agi. Una ricostruzione che contrasta con le dichiarazioni del direttore della Caritas di Como, Roberto Bernasconi. Che si è affrettato a dichiarare che il clandestino aveva “problemi psichici”.

Tunisino irregolare, doveva essere espulso

Per la questura di Como, che esclude la pista terroristica, invece il killer non aveva problemi mentali. “Non risulta né dalla documentazione medica che lo riguarda né dalle verifiche con i servizi sociali”, dicono. Il sospettato, rimasto ferito durante l’accoltellamento, è stato portato in ospedale. Dove è stato interrogato e ha ricostruito la dinamica dell’accoltellamento e le modalità dell’omicidio.

Esclusa la pista terroristica

Arrivata arrivato in Italia nel 1993, si era sposato tre anni dopo con un’italiana. Secondo le prime ricostruzioni, don Roberto avrebbe iniziato la mattina presto come sempre con la distruzione della colazione ai senzatetto della città. Poi avrebbe  incontrato il tunisino. E per motivi ancora non chiari sarebbe scattata l’aggressione. Vicino alla canonica di San Rocco è stata trovata l’auto di don Roberto con l’occorrente per l’elemosina. Nei dintorni è stato rinvenuto anche un coltello sporco di sangue, forse l’arma del delitto. Per gli inquirenti, in ogni caso, il tunisino non avrebbe agito né per motivi politici né terroristici o razziali.

Meloni: “Sono scioccata, quel criminale non doveva essere li”

Si dice scioccata Giorgia Meloni dall’omicidio di don Roberto. “Sacerdote molto amato dai comaschi. E da sempre al servizio dei più poveri e degli ultimi. Alla famiglia, ai suoi cari e alla Chiesa locale – scrive la leader di Fratelli d’Italia – va il nostro cordoglio e vicinanza. Dalla stampa apprendiamo che l’assassino sarebbe un immigrato tunisino irregolare. Con precedenti penali per furto e rapina e sul quale pendeva un provvedimento di espulsione non eseguito. Se questa notizia dovesse essere confermata, saremmo davanti ad un fatto doppiamente grave. Ed è anche lo Stato che deve risponderne e risarcire la famiglia della vittima. Perché quel criminale non doveva essere lì. È un principio sacrosanto e che diventare legge. Lo chiediamo da anni ma nessuno ha voluto sostenerci in Parlamento. Torneremo a farlo, anche nel nome di don Roberto“.

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