Grazie a Monte Paschi i francesi ci scippano pure le saline pugliesi. Rampelli: “Governo, sveglia!”

18 Set 2020 17:54 - di Redazione
saline pugliesi

,Ennesima svendita di un “gioiello” italiano agli stranieri. E, in particolare, ai francesi. Le saline pugliesi di Margherita di Savoia, infatti, sono passate al gruppo francese Salins, per il tramite di una cessione di credito da parte di Monte Paschi di Siena. Insomma, una roba di debiti, banche e concessioni del demanio che finiscono in mano estera. Sulla vicenda il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, ha presentato un’interrogazione ai ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico, Nunzia Catalfo e Stefano Patuanelli.

Rampelli: “Perso un altro pezzo di agroalimentare”

“Con il passaggio delle saline pugliesi di Margherita di Savoia al gruppo francese Salins, l’Italia ha perso il controllo di un altro pezzo rilevante del suo sistema agroalimentare. L’impianto, 4mila ettari di estensione con una capacità produttiva di 700mila tonnellate di sale all’anno, è il più grande d’Europa e il secondo al mondo. Il passaggio a Salins – ricorda Rampelli – non è avvenuto tramite una semplice cessione, ma attraverso l’acquisizione di un debito”. Il debito era “garantito da azioni che Atisale, controllata da Sapiasale che ha ottenuto dal demanio la concessione delle saline fino al 2029, ha maturato nei confronti del Monte dei Paschi“.

Il ruolo di Mps nella “svendita” delle saline pugliesi

“L’azienda – spiega ancora l’esponente di FdI – è finita in concordato preventivo, i prestiti sono diventati sofferenze e la banca ha indetto una gara per cedere quei crediti con relative garanzie”. “Come precisato da Il Sole24 ore, con un’offerta di 5,4 milioni i francesi, già presenti con Cis (Compagnia Italiana Sali), che importa sale dall’Europa e dall’Atlantico e lo lavora nello stabilimento di Porto Viro (Rovigo), si sono aggiudicati il controllo dei pacchetti azionari e, a ricaduta, delle saline pugliesi, nonostante Monte dei Paschi di Siena, una banca salvata dal governo italiano con soldi pubblici, avesse ricevuto un’offerta di valore superiore (si parla di 5,6 milioni), arrivata dalla stessa Salapia in cordata con imprenditori locali“.

“Un problema di ordine sociale e occupazionale”

“Questa vicenda – osserva Rampelli- non è solo l’ennesima svendita a multinazionali straniere di imprese italiane, strategiche e importanti per il tessuto produttivo nazionale. È un problema di ordine sociale e occupazionale. Riguarda i 120 dipendenti dello stabilimento pugliese. La multinazionale francese potrebbe decidere un drastico ridimensionamento dello stabilimento salinaro che, con una produzione annua di circa 5.500.000 quintali di sale, rappresenta oggi l’indotto principale sul quale l’intera città pugliese si alimenta”. “Nel caso di acquisizione del credito e delle società collegate a questa vendita, il mercato italiano del sale marino risulterebbe un monopolio del Groupe Salins. In contrasto – avverte Rampelli – con la normativa nazionale e comunitaria in materia di concorrenza”.

Rampelli al governo: “Volete fare qualcosa?”

“Chiediamo ai ministri Patuanelli e Catalfo – spiega quindi Rampelli – quali iniziative intendano assumere per fare chiarezza sulla vicenda”. In particolare, Rampelli, chiede chiarezza “riguardo ai criteri che hanno portato Monte dei Paschi di Siena a cedere il credito vantato a una società estera; e se tale scelta sia stata la migliore dal punto di vista economico, industriale ed occupazionale; se l’operazione finanziaria di cui si discute possa comportare una palese violazione delle norme antitrust relativamente al monopolio del bene di produzione; se e quali iniziative intenda assumere per la problematica sociale e occupazionale, nonché a salvaguardia della italianità del sale margheritano e del suo territorio. Per questo – conclude il vicepresidente della Camera – invieremo l’interrogazione anche all’AntiTrust”.

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