Esce Domani, ma è solo un nuovo giocattolo di De Benedetti. Non arricchisce il panorama editoriale

19 Set 2020 14:02 - di Daniele Milani

Apprendiamo dalla stampa, dalla televisione e dai social che, nei giorni scorsi, ha visto la luce una nuova testata giornalistica che si è voluto denominare “Domani”.

Il nuovo giornale è diretto da Stefano Feltri, ex redattore de “il Fatto Quotidiano” e l’editore risponde al nome di Franco De Benedetti.

De Benedetti ha un nuovo giocattolo: il quotidiano Domani

Sostanzialmente l’Ingegnere dopo essere stato costretto a lasciare le redini del giocattolone Repubblica si è costruito il giocattolino costituito dal neonato “Domani”; niente di male e soprattutto niente di nuovo sotto il sole del  Bel Paese.

A noi, però, che siamo poco inclini a giubilare per queste manifestazioni di libertà di stampa qualche problema questa operazione editoriale ce lo pone.

L’apertura di un giornale non significa sempre che c’è più libertà

Quasi in tutto il mondo, salvo rare e deprecate eccezioni, l’apertura di un giornale è considerata la massima espressione di una libertà di pensiero considerata cardine delle magnifiche sorti e progressive di un paese o addirittura di un continente che gira a regime di democrazia compiuta. Tuttavia va osservato che tale libertà non può essere fruita da tutti con lo stesso livello di intensità.

La libertà di opinione esiste solo per chi ha i mezzi economici

Ci spieghiamo meglio: le persone che hanno delle idee o delle espressioni del pensiero da divulgare si dividono in due categorie: quelli che hanno mezzi economici ed entrature politiche per divulgare il loro pensiero e quelli che tali  privilegi non hanno. Parimenti, quindi, è evidente, che la propagandata libertà di espressione e quindi di stampa esiste per i primi ma risulta difficile da attingere per i secondi; siccome la libertà non è, almeno in questo

È palese che il “ libero” pensiero può essere divulgato solo da coloro che hanno la possibilità, ripetiamo, politica ed economica di farlo. Gli altri, tutti gli altri, restano al palo dell’oblio e dell’emarginazione.

Quando la Cisnal-Ugl investì su un nuovo giornale: Il Lanternone

Un ricordo personale: all’inizio degli anni Ottanta, all’epoca della nostra militanza nella Cisnal, ( così si chiamava l’odierna UGL), negli anni in cui i rappresentanti del Consiglio di fabbrica passavano a mensa in fila davanti al tavolo del referente del Sindacato Nazionale e gli sputavano nel piatto, il Segretario Nazionale della Cisnal gente dell’aria ( leggi Alitalia) Francesco Bartoli,  ci invitò alla presentazione di una rivista, a ripensarci oggi molto modesta che aveva chiamato “ Il Lanternone”. Era contento come un bambino e diceva che la nascita di un giornale è sempre un fatto positivo di cui rallegrarsi.

Si sbagliava. La rivista morì dopo pochi mesi, naturalmente per mancanza di fondi, ed oggi, a voler fare   una ricerca su internet “Il Lanternone” rimanda soltanto al nome di qualche osteria neanche alla moda.

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