«Andate a cag***, voi e le vostre bugie», Saviano contro Conte e il Pd: vogliono solo sopravvivere

9 Set 2020 13:07 - di Chiara Volpi
Roberto Saviano foto Ansa

Saviano contro Conte e il Pd. Il gran sostenitore delle cause dem esce allo scoperto e, dopo un periodo di silenzio forse dovuto all’imbarazzo montato nei confronti del governo, lo scrittore si scaglia contro il premier e il principale alleato dell’esecutivo, e in una serie di tweet infuocati, tuona contro le scelte varate solo in nome della «sopravvivenza». Alias: le poltrone…

Saviano contro Conte e il Pd

Conte dalla festa dell’Unità di Modena sdogana definitivamente la posizione di Pd e governo tutto sulla vexata quaestio referendum per la riduzione del numero dei parlamentari. All’interno del Pd c’è maretta. Tra i due principali alleati di governo c’è maretta. Tra gli intellettuali frondisti e l’esecutivo di riferimento c’è maretta. L’aria nelle stanze dei bottoni è diventata irrespirabile e i palliativi utilizzati per ingoiare l’indigesto boccone del patto Pd-5S tornano a scatenare i mal di pancia nei radical chic alla Saviano. Che oggi, al malumore per il patto delle poltrone, aggiunge il malessere per il Si dichiarato e confermato sul referendum grillino.

Parole di fuoco in una serie di tweet a raffica

Il “Sì” di Nicola Zingaretti alla consultazione elettorale del prossimo 20 e 21 settembre, a Saviano non va proprio giù. Il segretario del Pd, dopo un lungo tentennamento, ed un inedito, quanto stravagante, periodo di riserbo, si è schierato pubblicamente a favore del taglio dei parlamentari. La presa di posizione di via del Nazareno non va giù all’autore di Gomorra che, tastiera alla mano, posta una staffilata di tweet a raffica, in cui trapelano indignazione e sconcerto. «Quanta decisione, Segretario! Quanta asciutta determinazione! – cinguetta inviperito lo scrittore –. Non come il politichese dedicato a chi le faceva notare che il suo partito non ha battuto ciglio quando si è trattato di rinnovare gli accordi con gli aguzzini libici contro le determinazioni della Assemblea Nazionale».

Zingaretti è servito, tocca al premier

Zingaretti è servito. E Saviano passa a Conte e alla brama di conservare lo status quo come principio oltre e sopra qualunque altro dettame emergenziale. Tanto che lo scrittore napoletano sui social incalza, riuscendo a inserire in un tweet al vetriolo l’immancabile retorica filo-immigrazionista. Come se il governo non facesse già abbastanza per garantire l’invasione sistematica di profughi e migranti. «Ma è comprensibile – scrive dunque Saviano –. La sopravvivenza politica vale molto più di quella di esseri umani che neanche conosciamo, poiché occultati alla nostra vista dai lager libici». Quindi, il colpo sotto la cintura: «In tutta franchezza, questo #referendum dal quale sembra dipendano le sorti del Governo, del Paese e forse del mondo intero, non è altro che le definitiva affermazione di un semplice principio: la politica si occupa dell’inessenziale, poiché ha necessità di eludere la complessità».

«Ma andate a cagare, voi e le vostre bugie»…

Basta così? Vi chiederete: e invece no. La rabbia e la frustrazione devono essewre davvero tante. E Saviano aggiunge – e conclude?-: «Un tempo imbelle viviamo, popolato da questi supervivientes profesionales il cui unico obiettivo è esserci sempre. Comunque e a ogni costo. Che dire? “Ma andate a cagare, voi e le vostre bugie”. Per il momento da Zingaretti e Conte, tutto tace…

 

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