Zangrillo: «I bollettini sui contagi sono una beffa. Non sono presuntuoso ma la verità è un’altra»

3 Ago 2020 12:56 - di Giorgia Castelli
Zangrillo

«I bollettini? Mistificazioni. Positivo non vuol dire malato». Intervistato da La Verità Alberto Zangrillo, primario dell’Ospedale San Raffaele di Milano, ha spiegato perché a suo avviso è assurdo il distanziamento sui treni. «Tutti i sedili occupati da gente educata e responsabile valgono più di mille posti liberi. In altre parole il problema vero non è se li occupi ma chi li occupa e come».  E poi ancora: «Non posso sopportare che persone prive di competenze provino a mettersi sul mio stesso piano, soprattutto a livello scientifico». Zangrillo durante il periodo dell’emergenza dallo scorso 22 febbraio al 18 aprile ha trascorso senza tregua le sue giornate con malati di Covid. Quasi due mesi vissuti nelle cinque rianimazioni dell’ospedale San Raffaele. «Poi – ha detto  – arriva un tizio che nella vita fa lo statistico, e pretende di spiegarmi cosa sia il Covid. Non è presunzione mia. È ridicolo che senza esperienza sul campo qualcuno cerchi di pontificare su cose che non conosce». E ancora: «Non posso sopportare che persone prive di competenze provino a mettersi sul mio stesso piano, soprattutto a livello scientifico».

Zangrillo: «Voglio contare sul buonsenso della gente»

Di una cosa però è più che certo: il contagio non è uguale alla malattia. Per il primario del San Raffaele, la Protezione civile ha sbagliato con il bollettino medico quotidiano. Una mistificazione rispetto «alla verità clinica. In tutto il gruppo San Donato, quello in cui lavoro, abbiamo solo 10 pazienti in cura, nessuno recente, nessuno in intensiva. Prima non c’era un letto libero. Ecco l’evidenza clinica!». Il professore non vuole polemizzare con Massimo Galli che nei giorni scorsi ha definito lui, Massimo Clementi e altri otto medici, “la minoranza rumorosa”. E spiega perché. «Mi pongo delle domande. E so che il 17% di Pil in meno è una catastrofe che mi riguarda come e quanto i malati in corsia. È stato detto che il distanziamento è un grave problema, come abbiamo visto sui treni. Ma io voglio contare sul buonsenso della gente».

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