“Sei una macchietta che beve e fa rutti”: Scanzi lo insulta, Feltri lo umilia con eleganza
“Voglio ricambiare il complimento che mi ha fatto Scanzi paragonandomi a Teleste di Selinunte. Lui ricorda Franco Scataglini”. Lo scrive su Twitter, chiamando in causa il poeta anconetano, Vittorio Feltri replicando così ad Andrea Scanzi che oggi in un articolo dedicato al mondo del “giornalismo fascio-salvinian-berlusconiano” lo ha definito “l’alcolico”.
Scanzi contro Feltri e i fascisti
“La sua prosa è un mix tra i rutti di Gozzano e i ditirambi di Teleste di Selinunte: arcaica, ampollosa, comicamente vetusta. In tivù è da anni una macchietta rubizza che spara boiate per costringere Crozza a spararle ancora più grosse quando lo imita. In taverna va benissimo, nel piccolo schermo fa tenerezza. Dategli una carezza e mettetelo a letto”. Queste le volgari parole, usate da Scanzi, per attaccare il collega, come già in passato.
Un poeta volgare, ma solo becero
Il riferimento di Feltri, ironico ed elegante, in risposta ai volgari insulti di Scanzi, è a uno dei massimi poeti italiani specializzato però in prose in vernacolo, un “volgare”, poco istruito ma in grado di elevarsi grazie ai suoi versi. Esercizio arduo, invece, per il giornalista del Fatto, che parlando di Teleste di Selinunte si riferiva a un poeta classico famoso per i suoi canti, i Ditirambo, ispirati dal consumo di vino. Un modo a suo avviso ironico per dare dell’ubriacone a Feltri, accusato di essere un giornalista “fascista-salvianiano-berlusconiano”, a fronte della malinconica deriva “casaliniana” di Scanzi nei confronti del suo idolo politico, Giuseppi Conte.