«Migranti violenti e sfrontati. Sanno che tornano subito in libertà»: la rabbia del questore di Torino

12 Ago 2020 14:50 - di Angelica Orlandi
migranti

“Migranti violenti, i nostri agenti sono a rischio. Il governo non ci ascolta”. A dirlo senza perifrasi è il questore di Torino Giuseppe De Matteis. Le sue parole accorate giungono in un momento cruciale e drammatico per un’emergenza immigrazione incernierata ora come non mai nell’emergenza Covid in una spirale perversa che è sotto gli occhi di tutti. Il questore in un’intervista a La Stampa irrompe nel dibattito politico. De Matteis ha il coraggio di raccontare la realtà che vive ogni giorno. Ha parlato di “immigrati violenti”, di “alto tasso di delittuosità di alcune comunità”, di “scarso rispetto dei migranti per l’autorità”. E di “violenze degli stranieri contro la polizia”.

La sua analisi si basa sui dati che riguardano la sua città.  A Torino, dal 2015, gli arresti sono quadruplicati: sono circa 220 ogni mese e nella stragrande maggioranza dei casi, per spaccio di sostanze stupefacenti. Le sue parole  sono un grido di allarme che il Governo e la politica non possono far finta di non sentire. “Se molti dei migranti che troviamo nelle statistiche non fossero così aggressivi, violenti e dediti a reati, la nostra attività si ridurrebbe del 45 per cento”, racconta a la Stampa.  Il questore parla delle continue violenze agli agenti in prima linea. L’ultimo contuso è un poliziotto che aveva fermato un cittadino senegalese mentre molestava alcune persone in un mercato rionale. Il giovane è stato poi rilasciato dopo 48 ore. Sono 71 i poliziotti che in un anno sono rimasti feriti durante le attività operative.

Migranti sfrontati perché lo Stato è debole”

«Nell’ultimo mese – prosegue- su 23 episodi di violenza,  resistenza e lesioni agli  operatori delle volanti, 11 sono stati posti in essere da stranieri, in stato di alterazione per alcol e droga. In molte circostanze gli stranieri reagiscono con maggiore violenza». Tra le ragioni, riflette De Matteis, che tocca un punto nevralgico, c’è «il crescente senso di sfrontatezza dato dalla consapevolezza delle fragilità del nostro sistema normativo. Che salvo in rari casi consente la liberazione immediata dell’arrestato. In realtà molti migranti che commettono reati come ad esempio lo spaccio di droga temono di più l’espulsione degli effetti penali della legge. Per questo motivo – è il monito del questore di Torino – sarebbe meglio accelerare le procedure di rimpatri e rivedere le norme sull’immigrazione, frutto di un’epoca differente». Riflessioni che allarmano l’assessore regionale alla sicurezza Fabrizio Ricca, che si appella al governo: «Grido di allarme che il governo e la politica non possono non ascoltare».

FdI: «Ecco a cosa porta l’ideologia sgangherata della sinistra»

“Se un uomo dello Stato dice chiaramente, nero su bianco, che l’immigrazione clandestina fornisce soldati violenti e pericolosi per le file della criminalità, è inaccettabile che non gli si dia ascolto”. A dirlo è l’assessore regionale agli Affari legali, Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia. “Quello che il questore constata, e che i cittadini purtroppo possono confermare, è il risultato di una immigrazione fuori controllo. Sorretta da una ideologia sgangherata dell’accoglienza a tutti i costi voluta dal Pd e dal M5S”. la sinistra torinese è imbarazzata e l’unica voce che si leva è quella del consigliere regionale Luv, Marco Grimaldi. Il quale non sa dire altro che suggerire al questore – come riporta Torino Today  – di “chiarire le sue parole” e “di avviare confronti culturali con le comunità di migranti in questione”. Da mettersi le mani nei capelli.

“Pugni, calci e morsi: violenze quotidiane”

Per Eugenio Bravo, segretario cittadino di Siulp – Sindacato italiano dei lavoratori della Polizia di Stato – il  questore di Torino. “si è assunto l’onere di interpretare in modo autentico la realtà quotidiana che affrontano i poliziotti di Torino e, per quanto ci consta, non solo. Ha lanciato un messaggio di importante sensibilizzazione sulle continue violenze perpetrate da quegli extracomunitari delinquenti nei confronti dei poliziotti. Pugni, calci, morsi alle dita sono solo alcuni esempi della lotta quotidiana che devono ingaggiare i poliziotti di Torino”. Una narrazione reale, fatta sul campo. I buonisti sono serviti.

 
 

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