Melania Trump: «Gli Stati Uniti hanno bisogno di Donald, rappresenta il meglio del nostro Paese»

26 Ago 2020 9:20 - di Paolo Sturaro
Melania Trump

Gli Stati Uniti hanno «più che mai bisogno» di Donald Trump. È un «presidente che non smetterà mai di battersi per voi e le vostre famiglie». Rappresenta «il meglio per il nostro Paese», che «non ha segreti» e che vuole solo «prosperità e successo» per l’America. Parola di Melania Trump. Nel suo discorso alla convention repubblicana ha detto di «non voler usare questo tempo prezioso per attaccare» i rivali . Questo «perché, come abbiamo visto la scorsa settimana, questo tipo di discorso serve solo a dividere ancor di più il Paese». Una critica, non troppo velata, alla convention democratica e agli “appunti” a Trump per la gestione dell’emergenza coronavirus. «So che molte persone sono preoccupate e che alcune si sentono impotenti», ha detto dal giardino delle rose della Casa Bianca. Quel Rose Garden che lei stessa ha voluto “rifare” e che a molti non è piaciuto. «Voglio che sappiano che non sono sole».

Melania Trump: «Donald lavora sodo giorno e notte»

«Vedo quanto lavora sodo giorno e notte – ha proseguito Melania Trump – e non si arrenderà a prescindere dagli attacchi senza precedenti dei media e dell’opposizione. La totale onestà è quello che meritiamo come cittadini dal nostro presidente, che vi piaccia o meno, si sa sempre quello che pensa», ha proseguito, senza dimenticare le vittime della pandemia di coroavirus, chi ha perso i propri cari. Ad ascoltarla c’era Trump, che l’ha salutata con un bacio sulla guancia al termine del discorso. Per poi prenderle la mano e rientrare alla Casa Bianca.

Il Washington Post: «Discorso notevole»

Per il Washington Post è stato un discorso «notevole» quello dell’ex modella slovena, che ha mantenuto un profilo basso da quando il tycoon è arrivato alla presidenza. E che ora «ha detto cose che nessun altro aveva detto nei primi due giorni di convention repubblicana». A cominciare dalle sofferenze per la pandemia di coronavirus, dal rifiuto di attaccare i rivali, dal tema dei «disordini razziali». Il tutto, mentre negli Usa è esploso il caso Jacob Blake, il 29enne afroamericano colpito alla schiena dalla polizia del Wisconsin che ha sparato mentre cercava di entrare in auto, dove c’erano i suoi figli.

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