L’Italia non aveva un piano contro la pandemia. L’ultimo risale al 2006. Si potevano evitare 10mila vittime

13 Ago 2020 14:09 - di Riccardo Angelini

Si potevano salvare almeno diecimila persone, delle oltre 35mila uccise dal virus  in Italia, se il nostro Paese avesse aggiornato il proprio piano anti-pandemie, secondo le linee guida indicate negli anni scorsi dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc).

Il rapporto del generale Lunelli

L’Italia, si legge nelle 65 pagine del rapporto messo a punto dal generale dell’Esercito in pensione Pier Paolo Lunelli, che verrà presentato ai magistrati che indagano sui presunti errori commessi dalle autorità italiane, disponeva solamente di un “piano vecchio e inadeguato” che “non fa alcun riferimento a scenari e ipotesi di pianificazione”. E’ quanto anticipa il Guardian, che ha visionato il rapporto di Lunelli, che è stato comandante della Scuola per la difesa nucleare, batteriologica e chimica e ha contribuito a scrivere i protocolli contro le pandemie per alcuni Paesi, tra i quali l’Italia.

L’ultimo piano anti-pandemia risale al 2006

Secondo quanto riporta il quotidiano britannico, l’Italia non ha aggiornato il proprio piano anti-pandemie nel 2017, quando l’Oms e l’Ecdc indicarono nuove linee guida. Un “piano per la pandemia da influenza” pubblicato sul sito del ministero della Salute indica che l’ultimo aggiornamento risale al 15 dicembre 2016. Tuttavia, le proprietà del documento Pdf indicano che la creazione del documento stesso risale al gennaio del 2006. “Quando si modifica un documento, se ne dovrebbe anche modificare il titolo”, spiega Lunelli al Guardian. “Potrebbe essere che l’Italia non aggiorna il proprio piano dal 2006”.

Le denunce del comitato dei familiari delle vittime

Nel suo rapporto, Lunelli paragona il piano anti-pandemie italiano a quelli di altri Paesi europei. “Non siamo gli unici con un piano vecchio – spiega – la differenza è che siamo stati il primo Paese europeo colpito dal virus, laddove altri hanno avuto il tempo di pianificare” la loro risposta. Come risultato del rapporto di Lunelli, il comitato ‘Noi denunceremo’, creato dai familiari delle vittime del coronavirus, che ha già presentato oltre 150 denunce alla magistratura, presenterà delle denunce anche contro tutti i presidenti del Consiglio e i ministri della Sanità italiani a partire dal 2013, per il mancato aggiornamento del piano anti-pandemie.

Ranieri Guerra intervenne sull’Oms per non far rivelare la mancanza di un piano in Italia

Per Lunelli, che si dice pronto ad incontrare i magistrati, la mancanza di un piano efficace ha avuto gravi conseguenze sul numero di vittime e sull’economia. “Affrontare una pandemia senza un buon piano, con insufficienti capacità di terapie intensive e scarse scorte di materiali protettivi è come guidare un autobus su una strada di montagna in mezzo a un’improvvisa e forte nevicata, senza catene da neve”, scrive il generale nel suo rapporto. “Sfortunatamente, l’autobus italiano è finito fuori strada con gravi conseguenze in termini di vittime dirette e indirette”.

Sul Guardian si legge anche un’altra rivelazione interessante: il 13 maggio l’Oms pubblicò un rapporto indipendente, nel quale si esaminava quanto era accaduto in Italia all’inizio della pandemia. L’obiettivo era di aiutare altri Paesi ad evitare quanto era accaduto in Lombardia. Il documento era intitolato, ‘Una sfida senza precedenti: la prima risposta dell’Italia al Covid-19’. Il giorno seguente, il rapporto venne tolto dal sito dell’Oms su richiesta, secondo quanto ha appreso il Guardian, del dottor Ranieri Guerra, assistant director-general dell’Oms per le iniziative strategiche. Nel rapporto infatti si specificava che il piano anti-pandemia in Italia risaliva al 2006. Una circostanza imbarazzante che era meglio non far trapelare.

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