Le Iene a Nuzzi: «Rosa e Olindo condannati ingiustamente per la strage di Erba. Ecco perché»

23 Ago 2020 8:02 - di Edoardo Valci
Le Iene

Troppi punti da chiarire, troppe contraddizioni. La strage di Erba ha due colpevoli, secondo la sentenza, Rosa Bazzi e Olindo Romano. Ma quella sentenza lascia perplessi. E le Iene, in una lettera scritta da Antonino Monteleone, rispondono punto per punto a Gianluigi Nuzzi.

Le Iene e la testimonianza di Frigerio

La lettera mette a frutto i 19 servizi e lo speciale di 180 minuti che Le Iene hanno realizzato sull’argomento nel corso degli anni. E punta a scardinare alcuni baluardi della sentenza definitiva di condanna. A partire dalla testimonianza di Mario Frigerio, l’unico superstite alla strage. «In aula Frigerio disse indicando Olindo: Non me la dimenticherò mai quella faccia», scrive Monteleone. «Eppure, dopo la strage, al suo risveglio in ospedale, interrogato dai carabinieri,  puntava il dito contro un uomo olivastro (Olindo è certamente pallido). Più alto di lui di 5/6 cm (Olindo è più basso di Frigerio), non del posto. A domanda se quella persona gli ricordasse un volto noto risponde: No, se l’avessi visto l’avrei saputo riconoscere».

Ricordo alterato

A spiegazione di questo, i tre specialisti della memoria in ambito forense (Giuliana Mazzoni, Giuseppe Sartori, Piergiorgio Strata) intervistati da Le Iene «concordano nel ritenere che il ricordo di Frigerio sia stato alterato da chi lo ha interrogato, in un modo tale da crearne uno falso».

Rosa, Olindo e le loro confessioni

Un altro capitolo riguarda le confessioni di Rosa e Olindo. «Secondo Nuzzi, le confessioni rese dai due sarebbero dettagliatissime e conterrebbero elementi noti solo agli assassini», scrive la Iena. «Nuzzi omette di dire che tutte le informazioni che emergono nelle confessioni sono in realtà ricavabili dal testo del provvedimento di fermo e dalle foto della strage. Con una mossa ai limiti delle regole processuali, durante gli interrogatori i magistrati le mostrano ai due indagati, che solo dopo averle viste descrivono la scena del delitto». Come a non bastare, «le confessioni sono piene di contraddizioni e inesattezze, circa 240 secondo un minuzioso lavoro di verifica realizzato dagli avvocati Schembri e Bordeaux. Così tante che persino i Giudici d’Appello sono costretti a riconoscerle», insiste Monteleone.

La macchia sul battitacco dell’auto

Un altro tema su cui si è molto dibattuto – rilevano Le Iene – è la macchia sul battitacco dell’auto. «Le indagini dei carabinieri e dei Ris di Parma non hanno trovato nessuna traccia dei due coniugi sulla scena della strage, né delle vittime a casa loro», spiega Monteleone. «La sola e unica connessione biologica tra i coniugi e le vittime è la macchia di sangue rinvenuta sul battitacco della loro Seat Arosa. A Le Iene abbiamo mostrato cosa pensa di quel rilievo Carlo Fadda, il carabiniere che l’ha effettuato. È lui stesso ad avere dubbi sull’origine della traccia. Secondo le sue parole potrebbe benissimo essere una macchia da contaminazione, data dal continuo andirivieni di forze dell’ordine tra la scena del crimine e il cortile. La traccia inoltre non è visibile nella fotografia scattata da Fadda e allegata agli atti».

Le Iene: troppi gli errori e le lacune

Sono tanti i temi su cui la Iena ribatte, dai reperti “distrutti illegittimamente” alle “intercettazioni mancanti”, o che “sono state trascritte in modo inesatto. Tutti gli errori e le lacune riguardano momenti fondamentali delle indagini e non hanno aiutato Rosa Bazzi e Olindo Romano a difendersi nel processo».

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