Covid, il virologo Bassetti: «Chi parla di seconda ondata fa terrorismo, finitela di diffondere paura»

5 Ago 2020 9:45 - di Edoardo Valci
virologo Bassetti

«I numeri ci danno una dimensione decisamente diversa del fenomeno». Sono le parole del virologo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, ad Agorà Estate. I risultati dell’indagine sulla sieroprevalenza indicano un avvenuto contatto col Covid nel 2,5% della popolazione: in pratica, quasi 1,5 milioni di italiani.

Il virologo Bassetti: «Tutti i numeri vanno ricalcolati»

«Si tratta di una infezione con una contagiosità più alta rispetto all’influenza stagionale ma con un letalità per gli infetti decisamente inferiore ai numeri riportati. Se pensiamo che tutti i 35mila decessi in Italia siano tutti legati al Covid – e sarà tutto da dimostrare – abbiamo una letalità che scende al 2% e ci pone molto più vicino al resto del mondo. È probabile che ci sia più del 2,5% degli italiani venuti a contatto del virus. Dai dati che abbiamo a disposizione su Liguria, Lombardia e altre regioni siamo più vicini al 7-8%, questo porterebbe il numero dei contagiati intorno ai 4-5 milioni in Italia», afferma Mauro Bassetti. «È evidente che tutti i numeri devono essere ricalcolati. Bisogna continuare ad avere l’atteggiamento che abbiamo avuto ma non fare terrorismo. Dobbiamo finirla con questa visione terrorizzante della popolazione», aggiunge.

«Non si paragoni il Covid alla Spagnola»

«I numeri ci dicono che ogni giorno ci sono asintomatici, ma la stragrande maggioranza sono asintomatici. I numeri della terapia intensiva sono stabili da giorni», prosegue. «I numeri sono reali e non possono essere confutati. C’è qualcuno che continua a vedere il bicchiere mezzo vuoto e sbaglia. Oggi è giusto dare informazioni positive». Al virologo Bassetti «non piace parlare di seconda ondata. Il virus è presente, è tra noi. Dobbiamo imparare a conviverci. In autunno e in inverno ci saranno persone contagiate. In quel momento dovremo essere bravi a trattare queste persone in modo adeguato, individuando nuovi focolai. Chi dice che avremo una seconda ondata come la Spagnola fa terrorismo. Siamo nel 2020, la Spagnola è arrivata quando non c’erano vaccini, antibiotici, ventilatori».

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