Coronavirus, le chiusure sono una disfatta non la soluzione: le colpe di una politica equivoca

17 Ago 2020 17:45 - di Antonio Saccà

A questo punto, dopo mesi grevi, in una situazione tollerabile e sotto certi aspetti apprezzabile nella sfera della salute, bisogna utilizzarla per un impulso vitale straordinario nel lavoro. Scrivo da tempo che se non si eccita la forza vitale del popolo italianonon faremo un passo verso la salvezza sociale. Le misure economiche così come sono disposte non innalzano il livello produttivo del Paese, sono misure compensative, di soccorso. Non di stimolo alla produzione, non rimedio dei grandi problemi strutturali che ci invalidano: infrastrutture, burocrazia, sistema giudiziario, malavita…

Vogliamo la digitalizzazione, l’ economia verde, l’energia rinnovabile, lo Smart Working, la robotica, l’intelligenza artificiale, la vendita online.  Bene, purché esista un programma, una finalizzazione organica. Non che negli altri Paesi vi sia qualcosa di meglio, ma noi ci gonfiamo di debiti; debiti su debiti. Se aumentiamo il debito, dovrebbe avere quale scopo la crescita produttiva stabile, non il soccorso momentaneo. In ciò è racchiusa la critica ormai diffusa al nostro Governo. Non ha un progetto di rinascita, un progetto di investimenti, un progetto di occupazione. Ma agisce con misure, ripeto un termine ripetuto, assistenziali, protettive Ora le misure assistenziali, protettive,  sono indispensabili nel momento massimo della crisi. Se un’impresa è chiusa per motivi di salute, si provvede a tutelarla per impedirne il fallimento. E se i lavoratori non sono al lavoro, si provvede a salariarli per impedire la miseria.

Senza futuro

Ma se contemporaneamente non si attivano investimenti produttivi strutturali si scade nella protezione del breve periodo. Senza futuro, si sperde una fortuna per soccorrere, ma non c’è produzione, salario attivo, occupazione, cantieri, lavori strutturali. Né vale dichiarare che dobbiamo proteggere anche la salute, e questo rende cauti nell’apertura produttiva. Ormai la situazione sanitaria è assolutamente controllata, ad esagerare la evenienza dei giovani che tornano dall’estero mi pare un pretesto. Cautela ma non esageriamo, sembra che non si voglia guarire l’economia. E’ un sospetto tenebroso. Ma è un sospetto.

Cantieri, grandi opere pubbliche, e chiarezza. Ad esempio: si rimborsano i lavori per ristrutturazioni domestiche. Bene! No. C’è una clausola per la quale può non essere approvato il lavoro fatto…a proprie spese. Si diminuiscono le tassazioni delle imprese al Sud, e sembrerebbe favorire il Sud: ma è una misura a breve termine e che non incide nei lavori strutturali: strade, trasporti… . Vedremo se non continueremo con pecette…

Aspettiamo i soccorsi europei, sembra. Ma potevamo cominciare invece di consumare il denaro in cassa integrazione e soccorsi. Comunque vedremo rapidamente che avverrà. Purché non si dica che l’economia è in rovina per motivi di tutela della salute. Oggi la salute si tutela opportunamente da sé. E’ una strategia: gli errori, voluti o meno, nell’economia giustificati con la falsa idea che tutto si fa per tutelare la salute. Non è più così. La salute non si tutela con la politica equivoca.

Verso un autunno di chiusure?

Ma sembra che si stia preparando un autunno di richiusura anche e soprattutto delle scuole. Si comincia con il dichiarare che i contagi accresciuti preludono alla “cova” sotterranea che a marzo suscitò la moria tragica. Eppure incredibilmente si tace che il contagio, la positività odierna non sono mortali. Perché non dire che al presente il Virus è tra le cause minori di mortalità? E’ negazionismo? E’ la verità, si nominano i contagi ma non i decessi, minimi. I contagi preludono all’incubazione sotterranea? All’opposto, più contagi conosciamo più in tempo li curiamo. Per coscienza della realtà, perché invece di dare notizia dei contagi non si esalta che i decessi sono quasi inesistenti? Una malattia che provoca meno decessi di altre malattia merita il clamore? Oggi muoiono assai più i malati di morbi cardiovascolari, tumori…. Sarebbe rovinoso affrettarsi a chiudere quando potremmo “curare”. Chiudere non è la soluzione, è la disfatta. Prevenire e curare costituiscono la soluzione. I contagi non sono la morte, sono una condizione da curare.

Si  muore più per problemi cardiovascolari e oncologici

Se qualcuno vuole rimediare la insoddisfazione della non conoscenza apprenda quanti sono i decessi quotidiani per motivi cardiovascolari ed oncologici, ripeto. Sbalordirà. Il Virus è tra gli ultimi motivi di mortalità. Significa”abbassare la guardia”? All’opposto, significa che siamo in grado di difenderci, mentre il panico e la magica “chiusura” ci rovinerebbero e dichiarerebbero la sconfitta. Noi dobbiamo combattere il Virus non nasconderci. Esiste una famigerata teoria sociologica, denominata: “profezia che si avvera” o, in termini psicoanalitici: tanatologia. Vale a dire: se sei convinto che la vita ti andrà male…la vita ti andrà male; se vedi sempre nero non scamperai. In concreto: basterà un bambino che tossisce e si chiude una classe o l’istituto? Se questa è la “soluzione” non c’è futuro. La soluzione è curare. Una soluzione medica non di solo ordine pubblico politico. Altrimenti faremo come l’uomo che per paura di morire, si ammazza. Al dunque, oltre al “chiudere” vi sono le “aperture” protette?

 

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