Vaccino anti Covid. “Quello di Oxford funziona senza effetti collaterali”

20 Lug 2020 18:53 - di Carlo Marini

“I risultati del vaccino qua ad Oxford sono senza dubbio incoraggianti. Che onore essere parte di questo progetto e lavorare con così tante persone di talento”. Lo scrive su Twitter l’immunologo Giacomo Gorini dell’Edward Jenner Institute for Vaccine Research a Oxford. Lo scienziato fa parte del team che lavora alla produzione di un vaccino anti-covid che, secondo i primi risultati pubblicati su Lancet, si è rivelato sicuro e in grado di produrre una forte risposta immunitaria.

Lancet pubblica i primi incoraggianti risultati

“È davvero grande vedere questi dati, e noi ci congratuliamo con i colleghi di Oxford University, di Astrazeneca e di BionTech e Pfizer”. Lo ha detto il capo delle emergenze sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità, Mike Ryan, in conferenza stampa a Ginevra. “Questi vaccini – ha ricordato l’esperto – non hanno provocato seri effetti collaterali e hanno generato anticorpi neutralizzanti. Si tratta di risultati positivi, ma che arrivano ancora da studi di fase I. Quindi aspettiamo ulteriori dati. È comunque importante vedere i progressi di due dei 23 candidati vaccini attualmente in fase clinica”, ha detto Ryan. “Non facciamo errori. Dobbiamo continuare ad accelerare nella ricerca di un vaccino anti-Covid”, ha sottolineato il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Noi, intanto, facciamo il massimo con ciò che abbiamo”.

Londra prenota altre 90 milioni di dosi di vaccino

Intanto, il governo britannico prenota altre 90 milioni di dosi di vaccino contro Covid-19. Il nuovo accordo si va a sommare a quello siglato con AstraZeneca per 100 mln di dosi del vaccino di Oxford University, e prevede la fornitura di 30 mln di dosi del vaccino BioNtech/Pfizer e di 60 mln di dosi del vaccino Valneva. Si tratta di prodotti ancora sperimentali, che fanno parte dei circa 20 in sviluppo in tutto il mondo contro Sars-CoV-2. Il governo britannico si è assicurato l’accesso a candidati vaccini che sfruttano tre approcci diversi: quello di Oxford è stato realizzato a partire da un virus ingegnerizzato, quello di BioNtech/Pfizer impiega parte del codice genetico del coronavirus e quello di Valneva usa una versione inattivata di Sars-CoV-2, sottolinea la ‘Bbc online’. Se la speranza è arrivare a concludere gli studi di sicurezza ed efficacia per fine 2020, il vaccino non potrà essere disponibile su larga scala prima dell’anno prossimo, spiegano gli esperti.

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