Travaglio irrompe nella guerra tra Conte e Di Maio: un gruppo per “bombardare” Giggino

19 Lug 2020 11:48 - di Paolo Sturaro
Travaglio

Non bastano le smentite, i tentativi di mettere pace e di gettare acqua sul fuoco. Marco Travaglio entra a gamba tesa nella guerra che c’è tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Molti sono i motivi di contrasto, in primis le alleanze con il Pd. Le indiscrezioni le ha raccolte il Giornale, che riporta le parole di parlamentari vicini al miniostro degli Esteri. Parole che la dicono lunga su quel che sta accadendo: «È nato il partito di Marco Travaglio».

Conte fa lo stratega, Travaglio attacca Di Maio

«Ormai è chiaro, il premier si vuole prendere il partito», dicono gli esponenti pentastellati. «Lo si vede soprattutto dall’attacco che Travaglio ha fatto a Di Maio dopo che ha incontrato Draghi e Letta». Il sistema che ruota attorno a Conte e che ha come perno centrale proprio il direttore del Fatto Quotidiano «sta puntando a colpire Di Maio».

Il premier vuol prendersi i Cinquestelle

Sempre secondo le fonti del Giornale, Conte «non ha mai smentito di voler fare il capo del M5s, il partito che Di Maio ha costruito con le sue mani». Gli amici di Di Maio  smentiscono anche le voci di chi afferma che Giggino è pronto a traslocare a Palazzo Chigi: «Lui sa che sarebbe un suicidio. Se avesse davvero voluto fare il premier non avrebbe mai rinunciato a quella poltrona che, invece, ha proposto per ben due volte proprio a Conte».

In difficoltà anche Vito Crimi

Sotto accusa anche il reggente del Movimento. «Vito Crimi non ha l’autorevolezza per farsi rispettare. E anche dal Pd si stanno rendendo conto che lui non è un interlocutore valido», dicono i pentastellati al Giornale.

Travaglio difende Conte contro tutto e tutti

Travaglio aveva difeso Conte “sparando” anche contro i renziani. Lo fece quando tre senatori di Italia Viva si astennero sulla richiesta di autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il Caso Open Arms. «Fa parte dei soliti segnali che vengono dati per dire: facciamo un dispetto a Conte», le sue parole. «Non era solo un favore a Salvini quello di salvarlo dal processo, era per dire che anche Conte è responsabile del caso Open Arms».

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