Star della musica etiope assassinato: 90 morti durante le proteste (video)

2 Lug 2020 16:57 - di Guido Liberati
musica etiope

Più di 90 persone sono rimaste uccise in Etiopia nelle proteste seguite all’omicidio di Hachalu Hundessa, cantante simbolo della musica etiope e paladino dell’etnia Oromo. Così i media ufficiali, nel giorno in cui Hachalu ha ricevuto sepoltura nella città natale di Ambo, nella regione di Oromia.

In questa regione sono 81 le persone morte nelle proteste, secondo quanto ha riferito il capo della polizia dell’Oromia al sito Walta info, legato al governo. Ad Addis Abeba sono rimasti uccisi due poliziotti e otto altre persone, ha detto la televisione nazionale. Al funerale del cantante, trasmesso oggi in diretta televisiva, hanno partecipato solo pochi parenti e amici, con uno stretto servizio di sicurezza. Il cantante è stato inumato vicino a una chiesa secondo il rito ortodosso etiope. Hachalu, 34 anni, è stato ucciso lunedì notte da colpi d’arma da fuoco sparati da sconosciuti.

Era una icona della musica Etiope

Il primo ministro Abiy Ahmed ha espresso le sue condoglianze e ha definito Hundessa «un artista meraviglioso». Le canzoni del 34enne, che promuovevano la libertà e i diritti per il suo gruppo etnico Oromo, il più numeroso del Paese, sono state popolari durante gli anni delle proteste degli ultimi dieci anni.

Le sue canzoni sui diritti del popolo Oromo, tenuto ai margini del potere malgrado sia il maggior gruppo etnico dell’Etiopia, erano stati la colonna sonora delle proteste che hanno provocato la caduta del governo di Hailemariam Desalegn nel 2018. Il nuovo primo ministro Abiy Ahmed, di etnia Oromo, ha inaugurato una stagione di riforme e dialogo interetnico e siglato la pace con l’Eritrea, che gli è valsa il premio Nobel. Ma Ahmed deve combattere con molti ostacoli per cambiare il paese africano e lo scontento ha ripreso a crescere fra gli Oromo. L’omicidio si svolge nel contesto delle tensioni politiche per il rinvio sine die delle elezioni politiche di fine agosto, a causa dell’emergenza coronavirus.

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