Schiave sessuali in Lombardia e Piemonte: nella setta degli insospettabili (video)

20 Lug 2020 15:59 - di Giovanni Pasero

Erano diventate schiave sessuali come nel romanzo Histoire d’O. Una setta che sembra inventata, ma che operava da trent’anni tra la Lombardia e il Piemonte. Oggi, per le giovani donne, l’incubo è finito. L’Operazione Dioniso si è conclusa oggi, dopo due anni di indagini.

Chi c’era dietro la psicosetta

“Lui decide tutto, chi puoi frequentare, dove puoi lavorare. Sceglie quali ragazze devono farlo divertire, se puoi o non puoi frequentare i nostri luoghi fatati. Lui è Lui . Noi lo chiamiamo Lui o il dottore, perché non possiamo nominare il suo nome, non ci è concesso”. È stato il racconto di una delle vittime della psicosetta a far scattare l’operazione Dioniso. Oggi è partita l’esecuzione di 26 perquisizioni personali e 21 perquisizioni locali e a numerosi sequestri tra Novara, Milano e Pavia.

La setta operava operava da trent’anni

L’indagine della Squadra Mobile di Novara e dello S.C.O., coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino – Dda con l’applicazione di un magistrato della Procura di Novara e che ha visto anche la collaborazione della Squadra Mobile di Torino, ha consentito di accertare l’esistenza di una psicosetta con base operativa nella provincia di Novara e diramazioni nella città di Milano e nel pavese, i cui adepti si sarebbero resi responsabili di numerosi e gravi reati in ambito sessuale, anche ai danni di minori e finalizzata alla riduzione in schiavitù.

Chi era il leader della setta delle bestie

“Lui”, oggi 77enne, chiamato “il dottore” si faceva venerare dai suoi adepti come una sorta di Dio al quale tutti dovevano pedissequamente obbedire. Pena l’isolamento dal gruppo settario. I leader della setta delle “bestie” (come si chiamavano tra di loro), al fine di raggiungere i propri scopi, contava su alcune sue strette collaboratrici, vere e proprie aguzzine. Il gruppo criminale si basava principalmente su un centro psicologico. A questo si aggiungeva una fitta rete di attività commerciali, tutte riconducibili alla setta. Tra queste, due scuole di danza o una scuola di “Spada Celtica”. C’erano inoltre diverse erboristerie, una bottega di artigianato, e persino una casa editrice. In questo modo, riuscivano a reclutare le ignare vittime da introdurre inconsapevolmente nelle dinamiche settarie.

Come venivano adescate le “schiave sessuali”

Le “prescelte”, ragazze anche adolescenti o addirittura bambine come nel caso della denunciante, venivano introdotte alla filosofia della setta ed iniziate a ‘pratiche magiche’, tra le quali, soprattutto, pratiche sessuali, spesso estreme e dolorose, vere e proprie torture, che servivano, nella logica impartita dal leader, ad annullare ‘l’io pensante’, ad ‘accendere il fuoco interiore’ ed entrare in un ‘mondo magico, fantastico e segretissimo’. La setta finiva così per assorbire ogni aspetto della vita delle schiave sessuali, sia per quanto riguarda il loro ambito personale che familiare, e persino la loro formazione. Una dinamica classica di queste sette.

Psicologhe “plagiavano” le schiave sessuali

In pratica, così come accaduto per le vittime finora accertate, o i membri della famiglia venivano inglobati nella setta e indotti a sottostare alle volontà del Dottore, oppure si imponeva alle adepte di tagliare ogni tipo rapporto con loro. Era l’uomo a decidere l’indirizzo di studi, i corsi formativi o il lavoro che le ragazze dovevano effettuare, quasi sempre presso le attività commerciali legate all’organizzazione con il fine di vincolarle indissolubilmente al gruppo settario. Tutto questo determinava un vero e proprio isolamento dal mondo esterno che privava le adepte di ogni punto di riferimento, rendendole totalmente dipendenti dalla setta la quale, sebbene dannosa, costituiva a quel punto l’unico sostegno sia economico che morale.

(Nella foto, una scena del film Histoire d’O)

 

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