Roma, protesta all’Ama: dipendenti di Multiservizi si incatenano: «La Raggi finge di non conoscerci»
Sono stati licenziati alla fine di marzo e da circa due mesi e mezzo protestano contro il mancato rinnovo del contratto, contro il ritardo nell’arrivo della cassa integrazione, approvata dall’11 maggio e mai accreditata, e contro la mancanza di risposte sul loro futuro occupazionale. «Finora è stato tutto inutile – si sfoga Andrea Di Franco responsabile della raccolta notturna a Testaccio e Trastevere – sono decine le proteste che abbiamo fatto in questi due mesi tra Ama e Campidoglio. Purtroppo né l’Amministratore Unico dell’azienda Stefano Zaghis, né il direttore generale e Capo delle Partecipate del Campidoglio Franco Giampaoletti, ci hanno voluto ascoltare».
Sul posto è intervenuta anche il consigliere della lista civica Con Giorgia dell’Assemblea Capitolina, Rachele Mussolini, prendendo una decisa posizione a favore dei lavoratori in protesta. “Da Ama ancora nessuna soluzione concreta ai 270 lavoratori impegnati nel servizio di raccolta non domestica che faceva capo all’Ati composta da Roma Multiservizi, Sea, Isam e La Sana Full Service. L’azienda, infatti, dopo quasi due anni di affidamento diretto, ha deciso la reinternalizzazione di questa attività, ma non del personale ad essa dedicato, che oggi è tornato a manifestare il proprio malcontento in maniera pacifica, incatenandosi all’interno della sede di via Calderon de la Barca.Sono vicina a questi lavoratori e alle loro famiglie. Spero che presto venga messa la parola fine all’intera vicenda. Fino ad allora continuerò a manifestare al loro fianco e a compiere qualsiasi azione e atto utile per difendere ogni posto di lavoro, soprattutto in un momento difficile come quello che stiamo attraversando”.