Riace dice no al centro Covid. Il solito Mimmo Lucano straparla: l’emergenza non è il virus ma il razzismo

18 Lug 2020 18:49 - di Redazione

Riace dice ‘no’ al centro Covid per i migranti. La decisione è del sindaco Tonino Trifoli che ha manifestato “contrarietà” all’invito di Prefettura ed Azienda sanitaria di Reggio di porre in quarantena dei migranti positivi, o presunti tali, al Covid-19, nell’ex Hotel Stella Marina nel borgo della Locride,

La Cgil vuole dettare la linea pure sulla sanità

La decisione è stata subito al centro di contestazioni, non da parte  dei cittadini ma da parte di coloro che sono abituati da sempre a fare propaganda sulla pelle dei migranti: Cgil e l’ex sindaco Mimmo Lucano. I segretari generali della Cgil della Calabria e di Reggio Calabria-Locri, Angelo Sposato e Gregorio Pititto dichiarano: “La propaganda leghista supera il valore della vita. Riace è paese la cui notorietà è stata sempre legata all’accoglienza”. La Cgil, aggiungono i due segretari, “è impegnata nel contrastare le tensioni diffuse nei territori ed alimentate da un ‘sentimento’ di chiusura verso l’altro che rischia di minare alle fondamenta la democrazia”.

Lucano: non è vero che vengono prima gli italiani

Di “propaganda leghista” parla anche Mimmo Lucano. L’ex sindaco di Riace afferma che “la vera emergenza non sono i migranti che sbarcano sulle nostre coste ma la ‘ndrangheta, così come il razzismo”. “Le polemiche non mi hanno mai interessato da quando non sono più sindaco, anche se la distanza anni luce tra me e Trifoli è un dato di fatto”, aggiunge l’ex sindaco di Riace, a giudizio del quale oggigiorno, da quello che vede, le nuove generazioni son messe a rischio da un messaggio “intriso di violenza”. Perché “quando si dice che vengono prima gli italiani, questo provoca rivalità non fratellanza. Ma che senso ha? – domanda – Quali diritto abbiamo noi di dire che coloro che arrivano sulla nostra terra non possono creare relazioni con chi incontrano, rifarsi un futuro integrandosi? Un messaggio contro la libertà è grave”.

Il sindaco Trifoli: qui nessun caso di Covid, non vanifichiamo i sacrifici

Il sindaco Trifoli risponde alle chiacchiere dei suoi avversari con le ragioni del buon senso: “La comunità di Riace – ha scritto sulla sua pagina Fb – che durante i mesi di chiusura ha mantenuto un comportamento esemplare, non può rischiare di vedere vanificati tutti i propri sacrifici a causa di una decisione che non ha coinvolto né l’Amministrazione Comunale né tantomeno i cittadini riacesi. Ci tengo a sottolineare che il nostro Comune non solo non è stato interessato da alcun caso di contagio da Covid-19 ma che allo stesso tempo non è pronto ad affrontare una emergenza sanitaria essendo tra l’altro sprovvisto, come tutti i comuni limitrofi, di una qualsivoglia struttura sanitaria adatta e preparata ad affrontare una possibile crisi da contagi”.

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