Migranti, l’immobilismo del governo preoccupa persino Zingaretti: «Il Pd lo dice da mesi»

28 Lug 2020 17:33 - di Marzio Dalla Casta
Zingaretti

Se persino Nicola Zingaretti parla del governo augurandosi che delle sue parole Conte colga soprattutto il non-detto, vuol dire che il calice della pazienza sta per traboccare. Se poi il non-detto riguarda l’immobilismo del Viminale sulla gestione dei flussi migratori, è segno che il timore del Pd di ritrovarsi tra i piedi il Salvini pre-Papeete sta superando il livello di guardia. Leggere, per credere, quanto dichiarato oggi sul tema dal suo leader, Zingaretti appunto: «Occorre lavorare affinché il governo affronti in maniera adeguata questa complessa materia». Ergo, finora lo ha fatta in maniera inadeguata.

Zingaretti: «La crisi del Mediterraneo era prevedibile»

E non è finita. Zingaretti aggiunge pure che «quanto sta avvenendo nel Mediterraneo sui flussi migratori era abbastanza prevedibile». Che è come dire che il ministro Lamorgese non c’era. E se c’era, dormiva. «Era chiaro da mesi – incalza il segretario dem – che gli effetti dell’epidemia avrebbero posto in forma inedita questo tema. Sono scenari che il governo deve valutare con la più grande attenzione». La traduzione del non-detto verrebbe bene anche a un bambino: il governo è rimasto a guardare nonostante tutto fosse prevedibile. Soprattutto, nonostante il Pd avesse lanciato l’allarme. E Zingaretti non manca di rinfacciarlo: «Per la verità sono mesi che poniamo questi temi. Ora ribadiamo». E questo è niente.

I timori dem sulla scuola

Già, perché a suscitare reazioni da vera fifa blu negli esponenti del Pd, più che Salvini, è la ministra Azzolina. La sua idea di riaprire la scuola a settembre dopo aver annunciato l’arrivo per quel periodo dei banchi con le rotelline, la cui gara è partita solo in questi giorni, è una sorta di salto mortale carpiato senza rete. Elettoralmente parlando, la scuola è per il Pd carne viva. Il solo pensiero di un disastro in quel settore tramortisce i suoi dirigenti. L’Huffington Post, per rendere appieno il clima all’interno del partito di Zingaretti, scrive che qualcuno ai «piani alti del Nazzareno» ha tirato fuori lo sketch di Gigi Proietti sull’avvocato e il cliente: «Quando va bene il merito è di Conte, quando va male la colpa è nostra». E questa volta non è un non-detto, ma solo un detto di nascosto.

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