Meloni fa saltare i nervi ai compagni da tastiera. Valanga di insulti. Ma lei primeggia anche su Twitter

29 Lug 2020 18:05 - di Vittoria Belmonte

Poverini, i bimbi e le bimbe di Conte. Non si aspettavano un intervento così diretto, esplicito, chiaro e dalla logica stringente da parte di Giorgia Meloni. Un discorso che ha davvero messo in difficoltà il capo del governo, che ha reagito con qualche risatina innervosita. Così, toccati nel vivo per la destrutturazione di una religione del lockdown che non ha più ragion d’essere, sono scesi in campo sui social armati di sarcasmo livoroso. Ovviamente nulla potevano dire sui contenuti. Così hanno attaccato la Meloni perché fascista o perché urlava come un’isterica o come un’indemoniata.

Meloni “indemoniata” come nel film L’esorcista

Hanno preso a circolare così fotomontaggi in cui Meloni appare come la protagonista del noto film L’esorcista. Ma anche commenti rabbiosi come i seguenti: “Ricetta dei #Meloni alla #Mussolini. Prendete dei #Meloni , li appendete a testa in giú, e li lasciate maturare. Li pulite. Li fate macerare nella #vodka e li frullate. Beveteveli ghiacciati e poi andate a #Predappio A pisciare“. E ancora: “IO QUANDO TI SENTO PARLARE RINGRAZIO I PARTIGIANI CHE CI LIBERARONO DALL’OPPRESSIONE FASCISTA.RINGRAZIO LA DEMOCRAZIA IN CUI VIVIAMO CHE NONOSTANTE LE TUE CIALTRONERIE TI PERMETTE DI SBRAITARE IN PARLAMENTO. I FASCISTI TI AVREBBERO PURGATA CON ABBONDANTE OLIO DI RICINO“. E infine: “Che vergogna provo sapendo che questo mostro è nel nostro #Parlamento #Meloni una fascista di merda“. Solo tre commenti solo a titolo di esempio. Si tratta di post che mostrano quanto il discorso della Meloni abbia fatto saltare i nervi ai compagni da tastiera. 

Persino Lopalco, che si candida col centrosinistra, nega lo stato d’emergenza

Se c’è qualcosa di orrorifico in ciò che è avvenuto in Parlamento, infatti, è che una sinistra che la va menando da anni sul ritorno del fascismo si è piegata per mere ragioni di opportunismo e di bassa convenienza alla proroga di uno stato di emergenza di cui persino i virologi a loro vicini negano l’opportunità. Sentiamo Luigi Lopalco (non un negazionista, attenzione, ma uno che si appresta a candidarsi col centrosinistra in Puglia): “La proroga dello stato di emergenza – dice Lopalco – è una questione politica, non sanitaria. Per quanto riguarda la sanità, infatti, non siamo più in emergenza, ma in una situazione quasi ordinaria. E’ evidente che questa misura permette all’Esecutivo di mettere in atto misure in modo veloce. E in caso di una ripresa epidemica di intervenire rapidamente. Credo, inoltre, che siano state fatte le valutazioni del caso e che la decisione non sia stata presa a cuor leggero. Ma dal punto di vista sanitario – ribadisce – non siamo in una situazione di emergenza”.

Il compagno Fassina la pensa come la Meloni

Ma prendiamo anche uno di sinistra-sinistra come Stefano Fassina: “Non condivido la scelta di prorogare lo stato di emergenza. Lo stato di emergenza è uno stato di eccezione, non può essere motivato con la semplicità amministrativa per dare continuità ai provvedimenti adottati nei mesi scorsi. Può essere giustificato soltanto da condizioni emergenziali sul piano sanitario, come abbiamo vissuto a febbraio e che non vi sono ora”. Capito? Eccolo il film horror: da un lato la sinistra fa propaganda cianciando di dittatura all’orizzonte e dall’altro concede i pieni poteri a un premier miracolato che nessuno ha votato per paura di perdere le poltrone.

Gli eredi dell’antifascismo hanno lasciato agli eredi del Msi l’onere e l’onore di difendere le prerogative del Parlamento e della democrazia. Il discorso della Meloni ha reso palese tutto ciò. Così la canea sui social si è scatenata facilmente: ci pensano i troll pentastellati, i bimbi e le bimbe di Conte presi da frenesia estiva, gli antifascisti che fanno la rivoluzione pigiando i tasti dello smartphone. Tutta un’umanità che suda rancore e che non è poi neanche tanto intelligente: grazie alla loro rabbia da consumati haters da ore Giorgia Meloni è prima in tendenza su Twitter.

Solo un’altra volta era capitata una cosa del genere: quando Giorgia Meloni aveva parlato in piazza del Popolo e aveva detto: “Io sono Giorgia, sono una madre, sono cristiana ecc.ecc.”. Anche allora aveva mandato in fibrillazione le coscienze infettate dalle brigate della correttezza. Ne nacque un rap molto ascoltato e molto diffuso in rete. La loro acredine è sempre un boomerang. Oggi come ieri.

 

 

 

Commenti

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  • Sergio Martiri 29 Luglio 2020

    Grande Meloni, se Salvini e Berlusconi avessero la tua “lucidità e coraggio” la sinistra
    sarebbe a casa da tempo ma i due sono “portati all’inciucio”.