In piazza bestemmie Lgbt contro chi si oppone alla legge-bavaglio sull’omofobia: «Fate schifo» (video)

22 Lug 2020 16:28 - di Valeria Gelsi
omofobia

Nelle piazze e in parlamento, vietato contestare il ddl Zan. Prosegue a tutti i livelli il tentativo di censurare le voci critiche rispetto alla legge sull’omofobia. Un fenomeno che conferma il primo allarme rispetto al testo: sarà un modo per chiudere la bocca a chiunque la pensi diversamente. Nello stesso giorno, infatti, arrivano due distinte denunce, che danno la misura di quanto forte sia il clima di repressione rispetto al dissenso.

Ddl omofobia: alla Camera bavaglio ai deputati

La prima arriva dai palazzi della politica. L’eurodeputata leghista Simona Baldassarre, molto attiva sul tema della famiglia, ha infatti acceso i riflettori su quanto deciso dalla presidenza della Commissione Giustizia alla Camera, dove il testo sull’omofobia è in discussione. “Hanno limitato il numero di emendamenti solo a cinque per articolo per ogni gruppo”, ha riferito, parlando di una decisione “inaccettabile”. “Ciò dimostra la chiara volontà di imbavagliare il Parlamento a colpi di maggioranza”, ha sottolineato Baldassarre. “Mentre noi chiediamo un confronto serio su ogni tipo di violenza e discriminazione – ha aggiunto – dall’altra parte continuano a proporre un ddl inutile, ideologico, e con il solo scopo di limitare la libertà di pensiero e di opinione di tutti i cittadini che non aderiscono al pensiero unico delle sinistre“.

Il “niet” alle piazze Pro Vita

L’altro fronte da cui arriva un’allarmante denuncia sul clima di repressione in atto è quello delle piazze. “Le nostre piazze, veglie, iniziative sono oggetto di boicottaggio, aggressioni, autorizzazioni negate sulla base non delle regole né in osservanza del diritto all’opinione e di espressione, ma sulla base di false ragioni, richieste assurde a carico nostro e supposizioni”, hanno spiegato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia onlus. Brandi e Coghe hanno quindi portato gli esempi di Salorno, in provincia di Bolzano, e di un Comune della Calabria. Qui le associazioni si sono viste negare le piazze con scuse come i problemi di ordine pubblico o con una più subdola richiesta di documentazione integrativa.

Insulti e bestemmie contro chi difende la famiglia

Ad Andria, poi, “siamo stati insultati con tanto di ingiurie e bestemmie, durante la nostra veglia pacifica”, hanno denunciato ancora i vertiti di Pro Vita & Famiglia, che hanno postato sulla loro pagina Facebook un video in cui i pacifici manifestanti Pro Vita si sentono dire che “fate schifo” e “siete ignoranti del ca…o” dagli scomposti sostenitori Lgbt. E qualcosa di simile è accaduto anche a Gela e Ravenna. “Le discriminazioni e il boicottaggio delle stesse autorità sono varie come le contestazioni e insulti che hanno avuto luogo in numerose piazze. D’altronde se a quanto pare uno scrittore senior di Rolling Stone, Jamil Smith, ritiene che Pro vita sia un termine razzista da eliminare – hanno concluso Brandi e Coghe – non stupisce più nulla”.

https://www.facebook.com/provitaonlus/posts/3221923287846871

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